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IL MISTERO DEL DODECAEDRO ROMANO: UN OGGETTO FATTO DI 12 FACCE E SFERE CHE SPORGONO DAI VERTICI

Immagine del redattore: Aria ShuAria Shu


Sembra un giocattolo! Lo si potrebbe far rotolare tra le proprie mani e mettere le proprie dita tra un foro e l’altro o, perché no, lanciarlo come un dado su un tavolo da gioco per tentare la FORTUNA! Eppure proprio a causa della sua forma bizzarra ancora oggi non si capisce la sua misteriosa funzione!!!

Ma andiamo per ordine! Innanzitutto cerchiamo di capire come è fatto.

I dodecaedri rinvenuti hanno dimensioni che vanno dai 4 agli 11 centimetri e risalgono ad un periodo che va dal II al III secolo. Essi sono fatti in bronzo, a volte anche in pietra, di forma geometrica con dodici facce piatte pentagonali. Ciascuna faccia riporta un foro circolare di diametro variabile mentre, in altri manufatti, al posto dei fori ci sono delle decorazioni che ricordano comunque la forma rotonda. Inoltre, ai vertici dell’oggetto ci sono delle PICCOLE SFERE e questo è un altro dettaglio che li rende ancora più enigmatici!!

Dodecaedro romano trovato in Tongeren (Belgio), Museo gallo-romano (Tongeren).

Di questi oggetti oggi ne sono stati ritrovati ben 116 ed erano sparsi in tutto il territorio dell’Impero Romano come ad esempio: in Galles (nella contea di Pembroke), in Belgio (a Tongeren vicino alla città di Kortessem, nelle Fiandre (1)), Ungheria, Francia, Spagna, Italia (2) ma soprattutto in Germania, oggi in mostra al castello di Saalburg (Bad Homburg, Assia) (3).

Dodecaedri e icosaedro romani ritrovati in Germania.

Inoltre, dodecaedri più piccoli sono stati scoperti anche in Estremo Oriente, nella necropoli degli Han, nel grande complesso tombale di Óc Eo, in Vietnam (4), anche se i Romani non erano mai giunti fin qui… o per lo meno da quanto ne sappiamo.

Numerose sono le ipotesi che ruotano attorno a questo stranissimo oggetto, vediamone alcune, diciamo quelle più in voga.


1. IPOTESI MILITARE. Secondo l'ingegnere in pensione John Ladd, pare possa trattarsi di uno strumento per definire la dimensione ottimale delle armi dei Romani. In particolare il dodecaedro veniva immerso in un fluido, al fine di migliorare la progettazione e la fabbricazione dei proiettili per le fionde (5).

La teoria esposta è in effetti complessa e molti di questi bizzarri oggetti sono stati ritrovati in luoghi abitati, non sempre, quindi, nei siti militari o nei campi di battaglia (6).

2. IPOTESI INGEGNERISTICA. Alcuni studiosi ipotizzano che l’oggetto fosse usato per scopi ingegneristici ossia per stabilire la calibratura dei tubi per il trasporto dell'acqua, facendoli passare attraverso i fori, oppure come una sorta di giunture delle stesse tubature. D’altro canto teniamo presente che sono stati ritrovati reperti senza fori, solo con decorazioni circolari e di conseguenza questa supposizione decade (7).

3. IPOTESI COME STRUMENTO DI MISURAZIONE. La ricercatrice Amelia Carolina Sparavigna, del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino, in un interessante articolo ha ipotizzato che il dodecaedro venisse utilizzato come strumento per misurare le distanze, in particolare per la suddivisione degli appezzamenti di terreno e a scopo militare. Nello specifico era necessario posizionare l’occhio di fronte a una coppia di fori e conoscere la dimensione di un determinato oggetto, ad esempio le insegne di una legione. Grazie all’allineamento dei fori si sarebbe potuto individuare, anche se in modo approssimativo la distanza dell’oggetto (8).

4. IPOTESI TESSILE. Alcune persone vedono il dodecaedro utilizzato come un oggetto per tessere, poiché le piccole sfere costituivano degli appigli ad eventuali filati (9), anche se all’epoca vi erano altri tipi di strumenti noti agli studiosi.

5. IPOTESI ASTRONOMICA. Per Sjra Wagemans, tecnico di laboratorio alla multinazionale olandese DSM Research e appassionato di archeologia, lo strano oggetto servirebbe per conoscere gli equinozi di primavera e di autunno. Quindi sarebbe un oggetto legato al ciclo agricolo, usato per determinare, in assenza di un calendario, il periodo più adatto per la semina del grano (10). A fronte di questa ipotesi, in epoca imperiale le popolazioni erano a conoscenza delle stagioni e soprattutto di solstizi ed equinozi (11); non avevano bisogno, quindi, di uno “strumento” di questo tipo.

6. IPOTESI MAGICA. Alcuni sostengono che fossero degli amuleti dotati di poteri magici ma d’altro canto, come potete notare, sono oggetti scomodi da portare al collo… o per lo meno io non me li metterei. Oppure, altra ipotesi più verosimile per me è che venissero adoperati in cerimonie religiose, magari per inserirvi delle statuine religiose o delle candele votive considerando che, in alcuni reperti, erano state trovate TRACCE DI CERA. Quindi è più probabile che avessero una valenza magica e protettiva (12). Anche l’archeologo dilettante Patrick Schuermans, che ha scoperto in Belgio un frammento di un dodecaedro (13), sostiene che esso venisse usato per RITI MAGICI, come predire il futuro e per pratiche stregonesche (14).

D’altronde quello che per noi oggi ricorda qualcosa di magico non è detto che lo sia stato anche per gli antichi Romani o per la popolazione che lo ha realizzato. A me personalmente a guardarlo mi sembra più un giocattolo, le cui piccole sfere ai vertici sembrano avere il compito di poterlo afferrare con le dita ruotandolo a piacere (15). Infatti, un’altra ipotesi che non ho citato era che fosse un dado a 12 facce (16)! Un po' se vogliamo quello che avevo detto inizialmente.


Eppure è molto probabile che non sia un giocattolo! Soprattutto perché i dodecaedri sono stati trovati nelle TOMBE DI DEFUNTI che probabilmente in vita erano importanti, assieme ad altri tesori metallici o monete preziose. Quindi non poteva essere un semplice attrezzo o passatempo (17).

Altro indizio è che non tutti i manufatti ritrovati erano stati creati identici, poiché alcuni sono privi di foratura, come già detto pocanzi, e altri hanno 20 facce, quindi classificabili come icosaedri (18).

Inoltre c’è anche chi ha avanzato l'ipotesi che il misterioso oggetto non sia stato creato dai Romani, ma appartenesse ad altre culture, anche antecedenti perché anche se trovato nei siti di età imperiale non è detto che vi appartenga (19).

Nonostante le tante domande senza risposta, una cosa è certa: i dodecaedri romani erano molto apprezzati dai loro proprietari. Ancora oggi non è stata trovata nessuna menzione, un racconto o immagine di epoca romana. Ma perché? Il curatore del Museo gallo-romano, Guido Creemers, ipotizza che, essendo un oggetto magico, il suo utilizzo fosse vietato dal cristianesimo, la religione che stava prendendo piede in Europa.


Alla prossima.

Aria Shu.



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Note dell’articolo:

(2) Articolo online di Jacopo Ranieri: https://www.jacoporanieri.com/blog/?p=35869

(4) Articolo online di Jacopo Ranieri: https://www.jacoporanieri.com/blog/?p=35869

(13) La sua scoperta è esposta al Museo gallo-romano (Tongeren) insieme a un dodecaedro di bronzo intatto trovato nelle vicinanze nel 1939.

(17) Articolo online di Jacopo Ranieri: https://www.jacoporanieri.com/blog/?p=35869

(18) Articolo online di Jacopo Ranieri: https://www.jacoporanieri.com/blog/?p=35869



Fonti articolo:

-Articolo online di Jacopo Ranieri: https://www.jacoporanieri.com/blog/?p=35869







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