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Immagine del redattoreAria Shu

IL MISTERO DI ATLANTIDE: ALLA RICERCA DEL LEGGENDARIO CONTINENTE INGHIOTTITO DAL MARE.

Aggiornamento: 9 ott 2023


Oggi parleremo di un “classicone” dei misteri, che fin da bambina mi ha sempre affascinato, ossia dell’esistenza di Atlantide, del suo popolo e della sua misteriosa ubicazione.

Voi non avete idea di quanti libri sono stati scritti su questa isola-continente fantastica, di quante informazioni siano state fornite riguardo alla sua possibile collocazione… oserei dire una sorta di mare magnum di “INDICAZIONI STRADALI” che creano non poca confusione, o per lo meno, soprattutto nella mia testa!

Ma cerchiamo di mettere un po’ di ordine a questo mistero…


Intanto possiamo chiederci: da dove parte questa notizia? Ossia che esiste un leggendario continente di nome Atlantide?


Ebbene Platone (427-347 a.C.) fu il primo a nominarla narrandone la storia nei suoi due dialoghi Timeo e Crizia. Egli descriveva l’sola e la sua civiltà come una grande nazione marinara, favolosamente ricca, situata oltre le “COLONNE D'ERCOLE" (lo stretto di Gibilterra) e signora del Mediterraneo fino all’Egitto e all’Etruria.

Era una terra ricca di risorse naturali: il legname, le pietre e i metalli preziosi abbondavano, come gli alberi da frutta, gli ortaggi e le erbe. Imponenti montagne la riparavano dai venti del nord e animali selvatici e domestici la popolavano (1).

Dieci re, discendenti di Poseidone, regnavano sulle dieci regioni in cui era divisa l’isola, collaborando tra loro in ARMONIA. Platone racconta che quando gli dei erano spartiti la terra, Atlantide era stata assegnata a Poseidone, il dio del mare e dei terremoti. Su una collina dell’isola viveva una donna mortale, Clito, di cui il dio si innamorò. Per proteggerla, trasformò la collina in una fortezza, circondata da tre fossati concentrici. I discendenti di Clito, gli Atlantidi, fondarono una città dove era stata la sua abitazione incorporandovi i cinque anelli di terra e acqua.

La rovina di Atlantide e della sua grandezza ebbe origine dall’interno a causa della corruzione dei suoi abitanti. Dapprima nobili e giusti, col tempo gli Atlantidi si trasformarono in aggressori avidi di potere e cercarono di assoggettare i paesi vicini. Alla fine, però, vennero sconfitti dagli Ateniesi e la loro isola fu distrutta da una catastrofe naturale.

Platone, morto nel 347 a.C., affermava che 200 anni prima dei suoi tempi questa storia era stata raccontata all’ateniese Salone dai sacerdoti di Sais, la capitale del Basso Egitto. Questa storia sarebbe poi stata tramandata ORALMENTE, finché non arrivò a Platone che la citò nei suoi dialoghi. Aristotele, suo discepolo, non gli credeva eppure di Atlantide se ne è parlato tanto nel corso della storia (2).

Qui ovviamente citerò solo alcune delle teorie più interessanti anche perché, se dovessi citarle tutte, di certo dovrei scriverne un’enciclopedia intera!

Le prime novità, oltre ai dialoghi platonici, iniziarono a comparire circa a metà del XVI secolo ossia quando si cominciò a parlare di un’origine atlantidea delle popolazioni americane da poco scoperte.

Nel XIX secolo l'abate fiammingo Charles Brasseur provò a tradurre uno dei codici maya sopravvissuti ai conquistadores spagnoli e ne uscì con una straordinaria descrizione di un grande cataclisma circa coincidente, sia nel periodo sia nello svolgimento, a quello trattato da Platone. In particolare affermò che l’ATLANTIDE DEI MAYA era un continente chiamato Mu. Rispetto a questa teoria però c’è da dire che l’abate ha tradotto il codice maya sulla base di un’interpretazione dell’arcivescovo Diego de Landa vissuto a metà del Cinquecento, il quale ha sostenuto che la scrittura maya è di tipo alfabetico quando in realtà è stato dimostrato che è in parte sillabico e in parte ideografico. Da questo ne possiamo dedurre che Brasseur si è basato su testi tradotti male (3)!

Quindi dubito che i Maya abbiano parlato di Mu, si dice invece che il codice parlasse di astrologia, cosa molto probabile considerando la cultura di questo popolo!

Poi nel corso del tempo Atlantide è stata collocata nelle parti del mondo più disparate e un libro di fondamentale importanza per tutti coloro che credevano nell’esistenza della mitica isola era del politico Ignatius Donnelly, che nel 1882 pubblicò l’opera Atlantis: The Antediluvian World. Il suo libro, tutt’ora in circolazione, si basa sul presupposto che Atlantide fosse un posto reale ubicato nel mezzo dell’oceano Atlantico, popolato da una civiltà con una CULTURA SOFISTICATA e da cui ebbero origine tutte le altre culture. Lo studioso, attraverso questo testo, sembra spiegare i misteri delle analogie tra le culture pre-colombiane e l’antica civiltà egizia, la migrazione delle anguille e l’origine del popolo basco (4).

Un’altra teoria molto affascinante è del veggente americano Edgar Cayce (1877-1945), il quale profetizzò con trent’anni di anticipo che i templi di Atlantide sarebbero stati scoperti vicino a Bimini, un’isola delle Bahamas, nel 1968 o nel 1969. In effetti, nel 1968, un pescatore di perle del posto annunciò di aver visto una grande “STRADA” di pietra a forma di J sul fondale marino al largo dell’isola (5). La scoperta fece scalpore ma si è potuto accertare che questa “via magica” non è opera dell’uomo ma frutto della natura. Nello specifico, le rocce sono definite dagli inglesi beachrock e questo dato è possibile grazie ad analisi dettagliate che sono state effettuate sui campioni di roccia recuperata (6).

Bimini Road

Altra e ultima teoria, altrimenti rischio di essere pesante, è che altre persone credono che la descrizione di Atlantide faccia riferimento ad alcuni elementi della civiltà fiorita sull’isola di Thera (oggi SANTORINI) fino al 1500 a.C., ossia quando fu distrutta da un’eruzione vulcanica. Questa catastrofe, che ha provocato maremoti e terremoti, avrebbe anche accelerato il crollo della Creta minoica causandone la sua prematura scomparsa. Quindi la leggenda di Atlantide non sarebbe altro che un ricordo distorto, che di solito succede nella tradizione orale e negli errori d'interpretazione, riguardo alla rovina della civiltà cretese avvenuta intorno al 1450 a.C.

L'incantevole Santorini (Grecia)

Ma in tutto questo ragionamento c’è qualcosa che non va, o usando un’espressione conosciuta: “Houston, abbiamo un problema!”

Ebbene, tra l’eruzione del vulcano di Thena e la distruzione che sconvolse Creta c’è una discrepanza di alcuni decenni e si dubita anche che l’effetto dei maremoti possa essere arrivato con sufficiente violenza fino alle località costiere cretesi (7).

Quindi anche questa volta non ne caviamo un ragno dal buco anche perché, se ci pensate bene, l’UNICA fonte giunta a noi è quella di Platone; e non è mai stata trovata nessuna traccia di un continente sprofondato nel mare! Quindi direi che non abbiamo delle prove concrete per dire che Atlantide sia esistita tanto quanto l’Europa o l’Africa o l’America!


Però una mia osservazione psicologica riguardo a ciò che ha scritto Platone la devo fare! È inutile! È più forte me!

A prescindere dal fatto che quest’isola possa essere o non essere un’invenzione, c’è da chiedersi: ma perché lui l’ha scritto? Che cosa ha voluto evidenziare? Ebbene ho come l’impressione che la storia di Atlantide fosse in realtà un messaggio, forse non consapevole, di Platone. Come dire: su questa Terra potremmo vivere tutti in armonia, potremmo tutti gioire delle ricchezze della natura, ma purtroppo l’essere umano non sa cogliere la preziosità di quello che ha tra le mani e cade nella CORRUZIONE che lo porterà alla rovina! Questa ovviamente è solo una mia riflessione che non ha nessun fondamento, ma di argomenti come la corruzione e lo Stato ideale il filosofo aveva già parlato nella sua opera Repubblica.

Quindi più che cercare di capire dove è ubicata Atlantide per adesso volgerei il mio sguardo su un altro livello ossia sulle possibili lezioni di vita del maestro.


Alla prossima.

Aria Shu.



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Note dell’articolo:

(1)Harpur, J., Westwood, J., Atlante dei Luoghi Leggendari, Istituto geografico De Agostini, Novara, 1990, p. 18.

(2)Harpur, J., Westwood, J., Atlante dei Luoghi Leggendari, Istituto geografico De Agostini, Novara, 1990, p. 18.

(3)Articolo di Alberto Vecchiato, link: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=100462

(4)Westwood, J. (a cura di), Atlante dei luoghi misteriosi, Edizioni Euroclub, Novara, 1989, p. 204.

(5)Harpur, J., Westwood, J., Atlante dei Luoghi Leggendari, Istituto geografico De Agostini, Novara, 1990, p. 20.

(6)Strasser, A., Davaud, E., 1986, Formazione di sequenze calcaree Olocene da progradazione, cementazione, e di erosione; due esempi provenienti dalle Bahamas, Journal of Research sedimentaria, v 56, n. 3, pp. 422-428.

(7)Articolo di Alberto Vecchiato, link: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=100462


Fonti articolo:

-Harpur, J., Westwood, J., Atlante dei Luoghi Leggendari, Istituto geografico De Agostini, Novara, 1990, p. 18.

-Strasser, A., Davaud, E., 1986, Formazione di sequenze calcaree Olocene da progradazione, cementazione, e di erosione; due esempi provenienti dalle Bahamas, Journal of Research sedimentaria, v 56, n. 3, pp. 422-428.

-Westwood, J. (a cura di), Atlante dei luoghi misteriosi, Edizioni Euroclub, Novara, 1989, p. 204.

-Articolo di Alberto Vecchiato, link: https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=100462



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