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Alcune parti del mio prossimo saggio “Indagine alle Storie di Fantasmi”

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COSA CI ATTENDE NEL PASSAGGIO DALLA VITA ALLA MORTE? QUALI SONO LE INSIDIE DA AFFRONTARE DOPO IL TRAPASSO? E LA VITA NELL’ALDILA’? SONO DOMANDE CHE FORSE TROVANO RISPOSTE NEI 3 LIBRI DEI MORTI. Fino dalle sue origini, l’uomo si è interrogato sul mistero della morte, sul come affrontare il passaggio dopo il trapasso e la possibile vita nell’Aldilà. Per esorcizzare questi timori, nel Medioevo, fu redatto un opuscolo intitolato Ars moriendi (“L’arte di morire”): ossia due opere latine il cui scopo era quello di aiutare il morente con vari suggerimenti sul come “morire bene”, in base ai precetti cristiani dell’epoca. Essi furono scritti in un periodo in cui la società aveva assistito agli orrori della peste nera e alle conseguenti rivolte popolari. Ma Ars moriendi non sono gli unici testi a fungere da guida per il defunto nell’Aldilà, vi sono anche altre opere più antiche tra cui: il Libro dei Morti egizio o “Libro per uscire nel giorno” e il Bardo Thödol o Libro Tibetano dei morti. Per quanto riguarda quello egizio è una raccolta di frasi magico-religiose, che doveva servire al defunto come protezione ed aiuto per il suo viaggio nel mondo dei morti. Le singole sezioni di cui si compone il testo vennero chiamate “formula”, indicato in geroglifico dalla bocca umana, poiché le frasi dovevano essere pronunciate “dal sacerdote-lettore” che impersonava il defunto. A partire dal 1600 a.C., furono prodotte molte copie del testo poiché la persona in vita potesse crearsi il proprio formulario scegliendo gli incantesimi, le illustrazioni e la qualità del papiro, in base alle sue finanze. Per quel che riguarda il Libro Tibetano dei morti, invece, descrive le esperienze che l’anima vive nell’intervallo fra la morte e la rinascita. In particolare, un parente o un Lama legge vicino al corpo del defunto (o del morente), il Bardo, fungendo da voce-guida per suggerire all’anima la strada giusta da prendere. Inoltre nel testo vi sono le istruzioni anche per scegliere la migliore matrice uterina e i luoghi dove vivere la prossima rinascita. Tuttavia la preferenza può essere rischiosa a causa della fretta e delle cattive tendenze del karma. Quindi, ad esempio, una madre che sembra buona in realtà può essere cattiva e viceversa.

PUO’ PRENDERE POSSESSO DELLA CASA O PARTE DEL CORPO, FAVORIRE L’EVOLUZIONE PSICO-SPIRITUALE O LA LICANTROPIA. SONO ALCUNI TIPI DI POSSESSIONI, NON PER FORZA DIABOLICHE. Di solito in occidente si crede che la possessione sia un fenomeno collegato al demonio e al suo potere, mentre nelle altre culture il fenomeno si presenta con espressioni molto diverse, a volte connesse ad una dimensione negativa, a volte positiva. Ad esempio nell’induismo ci sono diversi tipi di possessione: da quella sciamanica (nella quale lo spirito parla tramite la persona), a quella fondata sulla comunicazione con gli Dei (per ottenere informazioni personali) fino a quella yogico-tantriche (che oscilla tra i due tipi di possessioni in base alla propria evoluzione psico-spirituale). A prescindere dalle sfumature del fenomeno, in genere, una divinità non può entrare completamente dentro una persona, come invece accade nel cristianesimo, poiché sarebbe come se un oceano entrasse in un bicchiere. Per questo motivo si crede che i fedeli vengano posseduti in alcune parti del corpo, come: la testa, i piedi, le mani, ecc. Un altro tipo di possessione lo possiamo trovare nelle culture animiste ed in particolare nella licantropia ossia quando lo spirito del lupo prende possesso dell’anima di alcune persone a seguito di particolari condizioni individuali e/o ambientali. Si ipotizza che la vicenda più antica legate al tema della trasformazione di un uomo in lupo sia nel poema l’Epopea di Ghilgamesh (2560-2500 a.C.) nel quale si descrive la mutazione di un pastore, in questo animale, a causa della maledizione lanciata dalla Dea Ishtar. Infine, per quanto riguarda nella religione shintoista, in Giappone, le entità considerate maligne venivano chiamate yurei che possono assumere forme terrificanti e prendere possesso dell’ambiente circostante. Nello specifico si crede all’esistenza dei Yurei Takuchi, ossia una creatura che si manifesta nelle abitazioni, causando forti rumori e oscillazioni dell’edificio. Sono tipi di manifestazioni paragonabili ai nostri poltergeist, poiché sono causati da uno spirito rumoroso che si impossessa di una casa o di un terreno.

DAGLI AMULETI MAGICI CHE SI BEVONO A QUELLI CHE SI MANGIANO FINO ALL’USO DELLA CROCE SUI POSSEDUTI. SONO ALCUNI STRUMENTI USATI NELLE ANTICHE CULTURE PER COMBATTERE LE FORZE DEL MALE. In generale nel rituale esorcistico cristiano si utilizzano determinati strumenti per allontanare presunte entità demoniache dal corpo dei posseduti, come ad esempio: la croce, le impostazioni delle mani o l’acqua benedetta. Per quanto riguarda la croce di San Benedetto, è il simbolo della vittoria sul peccato e sulla morte, nonché strumento di protezione ed esorcismo; a volte viene utilizzato anche come amuleto. Le impostazioni delle mani, invece, assumono il ruolo di trasmettere la forza dello spirito che consente di allontanare i demoni, di guarire gli ossessi e gli ammalati. Va ricordato che il gesto della mano destra corrisponde ad uno dei primi segni esorcistici: è infatti presente nel battesimo, nella cresima e nell’estrema unzione. Mentre l’acqua benedetta, usata in molte religioni, viene impiegata come segno della mediazione divina, che elimina le impurità e guarisce gli ammalati. Ma l’uso di strumenti per esorcizzare cose o persone, non è solo presente nella religione cristiana ma anche in credenze più antiche. Ad esempio, in Mesopotamia l'esorcista chiamato āshipu, oltre a ricorrere ad incantesimi, gesti, pozioni, amuleti o talismani, creava delle figurine sulle quali “convogliava” tutta la bramosia dell’entità negativa in modo tale che, eliminando l’oggetto, l’entità sparisse con essa. Oppure nell’antico Egitto, circa dal 945 a.C. al 343 a.C., si compiva il rituale dell’“acqua scritta”. In particolare, su delle statue coperte di testi magici, veniva versata dell’acqua che poi andava a raccogliersi nei bacili ai piedi delle sculture. Questo liquido, impregnato dell’efficacia dei simboli, era bevuto come sostanza terapeutica e oracolare, il cui scopo era quello di ostacolare il male. Un’altra esperienza similare è rintracciabile nella cultura tibetana dove vi sono gli amuleti commestibili, cioè piccoli pezzi di carta sui cui sono riprodotte delle sillabe che formano delle figure geometriche. Ogni amuleto ha specifiche proprietà, che viene ingerito dal malato per quella precisa malattia.

IMITARE LA VOCE DI UN MORTO, RACCOGLIERE INFORMAZIONI CON L’AIUTO DI UN COMPLICE E PREDIRE IL FUTURO CON UN LINGUAGGIO AMBIGUO. ECCO COME CREARE I FENOMENI PARANORMALI CON LA FRODE. Per lo psicologo G. H. Estabrooks e lo spiritista Dè Micheli, la presenza degli spiriti può essere spiegata anche attraverso la frode conscia o inconscia da parte del medium. In quest’ultimo caso ci fa capire come il subconscio potrebbe agire con la medesima potenza della coscienza e condurre il medium a compiere trucchi senza rendersene conto. Nella frode cosciente il medium può servirsi, durante una seduta spiritica, di mani artificiali, di strumenti meccanici o di un complice, per produrre presunti fenomeni paranormali. Già nell’antichità abbiamo delle testimonianze su come alcune figure ritenute sacre ingannassero i loro clienti. Ad esempio nell’Antico Testamento si racconta che il re Saul decise di rivolgersi alla Strega di Endor per evocare il profeta Samuele, da poco scomparso, e conoscere il futuro del suo regno. Ma nella Bibbia, sull’evocazione della maga ci sono dei dubbi, poiché viene descritta come un ventriloquo e quindi la voce del defunto che lei pronunciava forse non era del profeta ma la sua. Oppure un altro tipo di frode era presente nell’antica Grecia presso l’Oracolo di Delfi, quando le pizie, ossia le sacerdotesse devote al Dio Apollo, predicevano il futuro a coloro che erano venuti a interrogarle. Esse lo facevano in stato di trance che veniva stimolato o grazie alla masticazione delle foglie di alloro o dai vapori scaturiti dalla terra. Per lo storico greco Strabone tale oracolo era il più veritiero del mondo, eppure esso era anche famoso sia per l’ambiguità delle sue sentenze sia perché le sacerdotesse possedevano già molte informazioni su quella specifica persona. In particolare Delfi era un centro religioso dove vi affluivano persone da tutto il Mediterraneo, così il patrimonio di conoscenza raccolto, lo rendeva la più grande “banca dati” dell'antichità. Questa situazione potrebbe capitarci se ci rivolgessimo ad un veggente, secondo cui più l’appuntamento è distante e più c’è il tempo per raccogliere informazioni sulla nostra vita.

DALLE SCIAMANE GIAPPONESI CHE “ASSORBONO” LE ENTITA’ NEGATIVE AI MAGHI BABILONESI CHE SCACCIANO I DEMONI FINO AI CARISMATICI ESORCISTI CRISTIANI. COME DIVERSE FIGURE ESORCISTICHE MANIPOLANO IL MALE. Nei primi secoli dopo Cristo, tutti potevano essere esorcisti e operare per allontanare le presunte forze diaboliche, poiché si credeva che Dio avesse impartito ai credenti il carisma di allontanare i demoni. Ad esempio il teologo e scrittore romano Ippolito svolgeva una forma di esorcismo alle persone che dovevano battezzarsi utilizzando l’olio esorcistico, poiché il battesimo era considerato come la liberazione dal peccato e dal diavolo. Ma le pratiche esorcistiche non erano solo presenti nelle religioni bibliche bensì anche in tutte quelle credenze che prevedevano l’esistenza e l’azione di potenze demoniache. Infatti, le persone come: sacerdoti, sciamani o stregoni, mettevano in atto dei rituali per liberare l’uomo, da forze nocive e da varie forme di disturbi attribuiti alle potenze malefiche. Ad esempio i babilonesi ritenevano che le disgrazie di ogni sorta, specialmente malattia e morte, fossero causate da spiriti malvagi, sia per malevolenza spontanea, sia perché istigati dagli uomini. Così per combattere queste entità scomode, l’esperto di magia e di esorcismi, chiamato ashipu, prima di tutto effettuava una “diagnosi” che consisteva nel conoscere il nome dello spirito e poi applicava una specifica pratica esorcistica a seconda del tipo di demone che colpiva la vittima. Un altro esempio di credenza antica che compiva questo rito, lo troviamo in Giappone, prima del periodo Jōmon (10000 a.C.- 300 a.C.). In questa cultura vi era la sciamana che si occupava di impedire che gli spiriti maligni influenzassero negativamente o possedessero le persone. In particolare, nell’esorcismo giapponese la figura sciamanica non si confrontava direttamente con il malato, ma “spingeva” lo spirito a trasferirsi nel suo corpo attraverso la bocca, affinché potesse parlare con l’asceta. Infatti in molte zone dell’Asia era diventa una sorta di dottoressa e di curatrice capace di effettuare una diagnosi, di cercare l’anima smarrita del paziente e di riportarla nel suo corpo.

DAGLI SPIRITI DELLA NATURA PRESENTI IN GIAPPONE, AGLI ANGELI CUSTODI IN PERSIA FINO AL DEMONE SOCRATICO IN GRECIA. ECCO COME PRESUNTI SPIRITI GUIDA HANNO PRESO FORMA IN EPOCHE E LUOGHI DIFFERENTI. Gli spiriti guida sono esseri che, secondo gli spiritisti, supportano e accompagnano ogni persona nel corso della sua esistenza o se vogliamo del suo destino. La loro funzione non è quella di evitare determinate circostanze ma di aiutare l’individuo a superare problemi ed ostacoli. Queste entità di solito affermano di essere gli spiriti di persone vissute in questo mondo, il cui compito è di prendersi cura di quel individuo specifico. La credenza della loro esistenza non è recente ma risale fin dall’antichità, anche se in forme e luoghi diversi. Vediamo qualche esempio. 1. Nello shintoismo, la religione autoctona del Giappone, si crede che in natura esistono delle entità chiamate kami ossia delle forze divine soprannaturali, non visibili al regno umano e dotati di potere sia creativo sia distruttivo. In particolare essi possono manifestare la loro ostilità verso gli uomini ma anche favorire il loro benessere, come proteggere la famiglia, i pellegrini o i viaggiatori. 2. Nella religione del profeta Zarathustra, nata in Persia tra il VII e il VI secolo a.C., si credeva nell’esistenza degli angeli custodi chiamati fravashi, considerati potenti esseri soprannaturali già presenti prima dalla nascita delle persone, durante e dopo la loro vita. Il loro compito era quello di favorire il meccanismo del cosmo, dei fenomeni naturali, ma anche di proteggere gli uomini e la loro comunità. 3. Nella religione dell’antica Grecia, ed in particolare il filosofo greco Socrate sosteneva che in ognuno di noi è presente un daimon, ossia una presenza divina che si manifesta come una voce improvvisa, un’intuizione geniale, forse simile alla coscienza, che conduce alle decisioni più adatte riguardo ad eventi di vita, situazioni o caratteristiche personali. Nel caso in cui l’uomo rifiutasse la sua vocazione, o fosse evitata o rimandata o perduta, ci sarà il suo daimon che lo “tormenterà” con la sua voce tutta la vita. Come diceva Platone l’importante è che l’uomo impari ad ascoltare le indicazioni del proprio demone.

 

ANDARE IN ESTASI O AVERE VISIONI ANGELICHE, DEMONIACHE E DIABOLICHE… SONO DONI SPIRITUALI CHE CI SONO CONCESSI DALLE DIVINITA’ O SONO MANIFESTAZIONI DEL NOSTRO MONDO INTERIORE? La storia del misticismo e delle religioni sono spesso caratterizzate da peculiari esperienze spirituali che hanno avuto come soggetti principali le donne, tra cui ad esempio: Santa Rita da Cascia, Giovanna d’Arco o Colomba da Rieti. Queste manifestazioni sono presenti in determinate culture e riguardano anche visioni di figure angeliche, diaboliche e demoniache, in cui la persona coinvolta ha un rapporto “più ravvicinato” con specifiche divinità. In particolare con visione si indica, in modo generalizzato, un’apparizione, un’immagine o una scena del tutto straordinaria, che si vede, o si crede di aver visto, in stato di estasi o di allucinazione, o in situazioni definite come miracolose e soprannaturali, oppure anche in sogno. A tal proposito il teologo Agostino propose tre tipologie di visioni: 1. visione corporale ossia quando si vede un essere spirituale (di solito invisibile agli uomini) sotto forma corporea; 2. visione immaginaria o spirituale secondo cui l’essere umano percepisce le immagini o le sembianze dei corpi, attraverso un'illuminazione soprannaturale, fatta di una luce non fisica; 3. visione intellettuale: non si ha la percezione “fisica” della divinità ma della sua esistenza, grazie all’intelletto ed è indicata come un dono soprannaturale, che proviene da un mondo ultraterreno, divino o infernale. Essa è considerata uno dei più alti gradi delle visioni mistiche e di solito avviene durante le esperienze di estasi. Quest’ultima manifestazione anch’essa fa parte dei fenomeni della spiritualità, indicato come “delirio del mistico” che induce a sensazioni positive, benessere e senso di pace. Spesso è considerato l’effetto di un dono divino concesso solo ad alcuni illuminati mentre per altri esso viene vissuto in modo diverso a seconda del periodo storico in cui l’estasi viene percepita e interpretata e in base a quello che crede il mistico e in chi lo assiste. Va inoltre ricordato che tali esperienze potrebbero essere anche di natura isterica e quindi riferibili alla sfera psicopatologica.

USARE I SOGNI PER PREDIRE IL FUTURO, L’IPNOSI PER RICORDARE VITE PRECEDENTI E LA TRANCE PER PARLARE CON I DEFUNTI. ECCO ALCUNI STATI ALTERATI DI COSCIENZA USATI PER COMPIERE PRESUNTI EVENTI PARANORMALI. Gli stati alterati di coscienza sono un cambiamento radicale del funzionamento della mente che coinvolgono ad esempio: la memoria, il ragionamento, la percezione spazio-temporale e le facoltà motorie; senza la presenza di patologie. Vediamone alcune. 1. Trance medianica è simile al sonno ma con caratteristiche elettroencefalografiche che somigliano allo stato di veglia. In particolare l’individuo perde la consapevolezza e i contatti con la realtà, per poi ritornare nella condizione normale ma accompagnata da amnesia. Essa veniva usata già nell’antica Grecia dalle pizie, ossia sacerdotesse devote al Dio Apollo, per predire il futuro mentre, più di recente, dagli spiritisti come mezzo per entrare in contatto con il mondo degli spiriti. 2. Ipnosi è caratterizzata da uno stadio intermedio tra il sonno e la veglia dove l’ipnotizzato è in grado di intendere e volere e quindi la procedura accade per mezzo della sua volontà; come una sorta di autoinganno. L’ipnosi fu utilizzata con forme e nomi diversi anche tra le popolazioni primitive sia per scopi terapeutici sia divinatori applicati da sciamani, guaritori, medici, sacerdoti e stregoni. Oggi viene usata per agire su disturbi di tipo psicosomatico, o per portare alla coscienza i contenuti inconsci o per far emergere presunti ricordi di vite precedenti. 3. Il sogno si svolge durante il sonno ed è possibile conservare, dopo il risveglio, immagini, pensieri, emozioni che hanno caratterizzato la scena onirica. Tale fenomeno fu usato dagli uomini, già dall’antichità, per cercare di cogliere i significati della propria esistenza. Ad esempio nell’antico Egitto vi era una casta sacerdotale che si recava nei templi per sognare. Al loro risveglio raccontavano i sogni ad altri sacerdoti che avevano il compito di interpretarli per predire il futuro o avvertire di un pericolo. In seguito, grazie allo psicanalista S. Freud, il sogno diviene la “via principale” che ci conduce nelle profondità nel nostro mondo interiore. 

DALLA STRAGE DELLE STREGHE DI SALEM ALLE ALLUCINAZIONI NOTTURNE FINO ALLE CATASTROFI NATURALI. SONO ALCUNI ESEMPI DI COME L’UOMO HA SPESSO INTERPRETATO STRANI EVENTI COME FENOMENI PARANORMALI. Rispetto al passato, oggi la possessione demoniaca non è molto diversa da quella che caratterizzava i posseduti esorcizzati dei secoli scorsi e gli esorcisti invitano alla prudenza nel prendere contatto con gli spiriti dei morti. In particolare il dedicarsi all’occultismo o allo spiritismo, non sarebbero altro che diversi modi attraverso cui il diavolo si insinuerebbe tra le persone più fragili conducendole nella condizione di posseduto. Ma d’altro canto è anche doveroso sottolineare che in passato alcuni fenomeni ritenuti anomali o sconosciuti furono subito considerati come conseguenze della possessione diabolica o “attacchi” da parte di presunte entità maligne. Ad esempio nella strage delle Streghe di Salem, avvenuta nel XVII secolo, le presunte vittime strisciavano, gridavano, accusavano dolori terribili e si contorcevano in preda a visioni popolate da demoni. In assenza di chiare spiegazioni mediche al problema l’unica interpretazione che fu accettata fu quella della possessione demoniaca. Oppure nel medioevo le allucinazioni che si manifestavano prima di addormentarsi di notte o prima di svegliarsi al mattino, si pensava fossero causate da spiriti, demoni e diavoli. Ma questa propensione ad interpretare ciò che non si conosce come fenomeni paranormali era presente già nei nostri antenati. In particolare a fronte delle catastrofi naturali come terremoti, alluvioni o eruzioni vulcaniche, il modo più semplice per spiegarli era quello di credere che si trattasse del volere di potenti creature sovrannaturali che decidevano di provocare un disastro. Per calmare l’incertezza si seguivano determinati rituali che potevano attutire, in parte, ciò che è incontrollabile. In conclusione, quando si ha a che fare con fenomeni sconosciuti o comunque anomali, come ad esempio la possessione, questo non significa che il diavolo debba essere visto come unica fonte a cui attribuire una situazione che non si ritiene naturale, ma forse potrebbero esserci altri tipi di spiegazioni.

COME DISTINGUERE I SINTOMI DI UNA PRESUNTA POSSESSIONE DEMONIACA DALLE CAPACITA’ PARANORMALI DEI SENSITIVI. ALCUNI “CRITERI DIAGNOSTICI” DEL TEOLOGO BALDUCCI CHE INFLUENZARONO L’ESORCISTA PADRE AMORTH. Alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, l’abate austriaco Alois Wiesinger (1885-1955) suggerì che parlare lingue sconosciute e conoscere cose lontane, non per forza dovevano essere sintomi di una possibile possessione demoniaca, ma potevano far parte dei fenomeni parapsicologici. In accordo con quest’ultimo, anche il teologo italiano Corrado Balducci (1923-2008) riprese il tema della parapsicologia e, nel suo libro Gli indemoniati (1959), fornisce dei criteri diagnostici per distinguere l’autenticità della possessione demoniaca dall’attività psichica o/e dalla malattia mentale. A tal proposito, secondo l’autore, un modo per riconoscere questo tipo di manifestazione era la ripugnanza che gli indemoniati mostravano per gli oggetti sacri; al contrario dei sensitivi che provocavano naturalmente effetti come: la telecinesi, la levitazione, la telepatia o la chiaroveggenza. Per evitare, quindi, di fraintendere i fenomeni parapsicologici con i segni di possessione diabolica, Balducci raccomandava che la diagnosi verso il potenziale posseduto fosse suddivisa in due momenti. Il primo era la “fase di osservazione”, in cui l’esorcista avrebbe dovuto ricercare segni di possessione, mentre il secondo momento era la “fase di valutazione”, in cui si sarebbe dovuto valutare una possibile componente demoniaca, confermata anche dalle esperienze sperimentali che l’indemoniato aveva avuto in passato o da eventi accaduti attorno a lui. Con i suoi scritti, Balducci cercava di dimostrare l’apertura della Chiesa verso il mondo moderno mentre sosteneva, al tempo stesso, la dottrina tradizionale sulla realtà di Satana. Tra l’altro anche se le sue idee non rientravano nella corrente teologica principale degli anni Cinquanta e Sessanta, tuttavia influenzò l’esorcista italiano Gabriele Amorth e fece sì, che il suo pensiero, giocasse un ruolo importante nella ricomparsa dell’esorcismo alla fine del XX secolo.

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APRIRE LE PORTE DELL’ALDILà, COMUNICARE CON GLI SPIRITI E TRATTARE LE POSSESSIONI, SONO ALCUNI ASPETTI DELLO SPIRITISMO CONSIDERATI PERICOLOSI DAI CATTOLICI, MA CHE ISPIRARONO IL FILM “L’ESORCISTA”. Il modo con cui noi oggi intendiamo comunicare con le anime dei defunti nacque in America nel 1848 quando le sorelle Fox, ossia le prime medium moderne, comunicarono con un presunto spirito attraverso un alfabeto basato sul numero di colpi battuti sui muri di casa. Questo tipo di contatto si diffuse ben presto oltreoceano ed arrivò in Francia dove il pedagogo Alan Kardec (1803-1869), lo trasformò in una vera e propria dottrina. In particolare egli sosteneva, tra varie idee e principi, che comunicare con i morti fosse una dote naturale e che i demoni non esistessero ma solo anime che preferivano il male, l’egoismo, l’ipocrisia e la crudeltà. D’altro canto la Chiesa cattolica si accorse solo successivamente che lo spiritismo potesse essere per lei un potenziale pericolo: in Gran Bretagna e in America l’ondata della campagna ecclesiastica contro tale dottrina giunse dopo la prima guerra mondiale ossia quando il prete anglicano John Godfrey Raupert fu invitato in America da papa Pio X. Durante la sua permanenza Raupert scrisse un articolo in cui condannava l’uso della Tavola Ouija da parte degli spiritisti e metteva in guardia rispetto al fatto che: “se per [l’utilizzatore] era una cosa facile aprire la porta mentale tramite cui la mente poteva essere invasa, era invece difficile, se non impossibile, chiudere quella porta ed espellere l’invasore”. Egli descrisse gli effetti della possessione demoniaca, nonché gli eventi drammatici che accadevano durante gli esorcismi. In particolare egli portò l’esempio di un demone che aveva sollevato un uomo da una sedia gettandolo con violenza al suolo, mentre diceva agli esorcisti che non avevano nessuna possibilità di scacciarlo. È probabile che Rupert, pubblicizzando i pericoli della tavola ouija, avesse influenzato poi il caso di Mount Rainer, noto per aver ispirato lo scrittore e regista William Peter Blatty autore del romanzo horror “L'esorcista” del 1971 da cui nacque il film omonimo nel 1973.

 

NON ESISTE IL DIAVOLO, L’INFERNO E I DEMONI E GLI ANGELI, MA SOLO SPIRITI CHE SI REINCARNANO PER PURIFICARSI DAI DIFETTI MORALI. ECCO ALCUNI ASPETTI DELLO SPIRITISMO, UNA FILOSOFIA NATA DALL’ESPERIENZA DEI MEDIUM DELL’OTTOCENTO. Nel 1857 il pedagogo Hyppolyte Rivail, in arte Alan Kardec (1803-1869), fondò lo spiritismo ossia una dottrina religiosa che proponeva di interpretare i fenomeni paranormali, attraverso la manifestazione delle anime dei defunti, evocati nelle sedute spiritiche. Tale filosofia non ammetteva l’esistenza del diavolo e dell’inferno, o di altri concetti di stampo religioso, ma sosteneva che nell’aldilà lo spirito scontasse i propri peccati passati. In particolare si reincarnerebbe in molte vite terrene per purificarsi progressivamente dai difetti morali fin quando raggiunge alti livelli di perfezione. A. Kardec suddivise gli spiriti in tre principali categorie esposte in ordine ascendente, tra cui: A. Terzo ordine: Spiriti imperfetti. I caratteri generali sono determinati dalla propensione al male, all’egoismo, all’ipocrisia e alla crudeltà, provano invidia e gelosia verso le felicità delle persone buone. Sono ancora legati alla materia e per questo nutrono sensazioni e sofferenze della loro vita corporea; B. Secondo ordine: Spiriti buoni. Non sono ancora liberi dalla materia poiché possiedono ancora tracce della propria esistenza corporea come, ad esempio, conservare parti di linguaggio, di alcune abitudini e passioni. Per raggiungere il loro perfezionamento usano le loro qualità e il loro potere di fare del bene. C. Primo ordine: Spiriti Puri. Essi non sono più legati alla materia, poiché hanno raggiunto il vertice della perfezione e non devono più reincarnarsi. Il loro compito è di assistere gli uomini nelle loro vicende e di spronarli a compiere azioni buone. Da come si può capire un’altra caratteristica dello spiritismo è la diversa concezione di angeli e di demoni rispetto a quella della prospettiva cattolica. Nello specifico, i demoni sarebbero spiriti poco evoluti mentre gli angeli sono già ad un alto livello di perfezione morale. Inoltre, per gli spiritisti non esiste l’inferno, in quanto Dio cerca di favorire i suoi figli in una evoluzione spirituale e non li condanna per gli errori temporanei.

UN “ANELLO DI CONGIUNZIONE” SI INSTAURA TRA IL MONDO DEI VIVI E QUELLO DEI MORTI: È IL MEDIUM CHE, PER I PARAPSICOLOGI, SVOLGE LA SUA FUNZIONE CON LA TELEPATIA, LA POSSESSIONE E I FENOMENI PARANORMALI. Nella seconda metà del Settecento il movimento culturale chiamato Romanticismo nacque soprattutto come reazione contro la razionalità dettata dall’Illuminismo, esso era caratterizzato dalla “passione”, dal “sentimento”, dalla riscoperta della religione e della superstizione. Da questo clima culturale nacque lo spiritismo, la parapsicologia e anche le prime medium moderne, intese nella stessa concezione di come le conosciamo noi oggi. In particolare con il termine medium (dal latino “mezzo”) si indica quella persona dotata di presunte facoltà paranormali, che le permette di fungere da intermediario tra il mondo terreno e gli spiriti delle persone defunte. Secondo i parapsicologi gli spiriti si manifesterebbero in diversi modi come ad esempio: 1. con la telepatia, ossia quando il contatto avviene in sogno o in un altro stato alterato di coscienza; 2. con i fenomeni paranormali come voci, suoni, rumori, spostamento di oggetti, ecc.; 3. quando l’entità si fa vedere in forma antropomorfa; 4.  con la possessione ovvero quando lo spirito “entra” nel medium e manifesta diverse personalità dalla sua e apparentemente autonome. Inoltre per quest’ultima fenomenologia gli esperti sostengono che vi siano altri modi che l’entità può possedere un medium, tra cui: A. incorporazione ossia una presa momentanea di possesso del medium da parte di un’entità spirituale, che intenda comunicare con i vivi. In genere si tratta dello spirito di un defunto che parlerebbe con la sua stessa voce, scrivendo con la sua stessa calligrafia, usando gli stessi modi di dire e accennando a fatti specifici di quand’era in vita; B. ossessione ovvero possessione spontanea e periodica di un soggetto da parte di un’entità defunta identificata. Essa si distingue dall’incorporazione in quanto, in questo caso, è ricercata e accettata come tale dal medium; C. invasamento indica l’invasione di una personalità da parte di un’altra, che può interessare non solo il medium ma anche i partecipanti della seduta medianica.

CURARE I PAZIENTI CON L’USO DELLE MANI, SCACCIARE UN DEMONE ESORCIZZANDO ALCUNE PARTI DEL CORPO O IMBROGLIARE IN UNA SEDUTA SPIRITICA. SONO ALCUNE PRATICHE ESERCITATE NELLE PSEUDOSCIENZE. Nel Settecento, nonostante ci fosse l’Illuminismo che dava maggior fiducia all’intelletto umano, vi era una certa tolleranza verso l’irrazionalità dovuta alla comparsa di un altro movimento culturale chiamato Romanticismo. Per questo motivo si accoglievano persone che creavano o condividevano le pseudoscienze, senza avere una chiara distinzione tra la scienza e la magia. Ad esempio il prete tedesco J. J. Gassner credette di poter guarire le vittime di possessione attraverso l’esorcismo persuasivo, ossia una tecnica diretta a costringere un demone possessore a manifestarsi in diversi punti del corpo del soggetto. Di solito Gassner non affrontava i casi di possessione conclamata ma situazioni di malattia fisica e mentale provocata da presunte entità malvagie. Un altro esempio di guaritore, definito “scientifico”, fu il medico viennese F. A. Mesmer che ipotizzò l’esistenza di una misteriosa energia chiamata “magnetismo animale” (ossia “vitale”) presente negli esseri viventi e nei minerali. In particolare egli sosteneva di curare i pazienti attraverso “passaggi magnetici” (contatti e sfioramenti) poiché riusciva a trasmettere questa forza invisibile con le dita. I suoi esperimenti provocavano nelle persone spesso convulsioni e comportamenti che erano simili a quelli della possessione demoniaca. Tra il 1880 e il 1930 si pose il problema di trovare delle spiegazioni scientifiche a quella che poteva essere una possibile vita dopo la morte e per questo che nel 1882 fu fondata SPR (Society for Psychical Research) in Inghilterra. Una società il cui scopo era quello di esaminare i fatti riguardanti i fenomeni occulti, come le trance dei medium, poltergeist, telepatia e apparizioni. Verso la fine del XIX secolo le indagini della SPR, riuscirono a smascherare le frodi di molti medium, tra cui il caso di Eusapia Palladino, accusata di servirsi di mani artificiali e altri strumenti durante le sedute spiritiche e spesso scoperta a prelevare oggetti preziosi dalle tasche dei presenti.

SOSPETTARE CHE GLI ESORCISMI SIANO UNA “TRUFFA MISTICA”, OPPURE UNA FORMA DI SUPERSTIZIONE DANNOSA PER LA SOCIETA’ O CONDANNARE LA SUA PRATICA…SONO ALCUNE IDEE ILLUMINISTE, FIDUCIOSE DELL’INTELLETTO UMANO. Nel XVIII secolo il mondo cattolico era concentrato sull’atteggiamento da tenere rispetto alle pratiche esorcistiche, diviso tra la tradizione conservatrice e lo scetticismo. In particolare in Spagna, l’esorcismo aveva raggiunto il suo culmine attraverso l’impiego di vari manuali contenenti rituali, come l’opera anonima, scritta nel 1725, intitolata “Tratado de exorcismos, muy útil para los sacerdotes y ministros de la Iglesia”. Quest’ultimo testo presentava l’esorcismo come un combattimento spirituale, le cui armi erano la fede incrollabile, la coscienza pulita, l’atteggiamento orante e l’umiltà. Al contrario di questo approccio, in Francia, e anche nel resto dell’Europa, si iniziò a diffondere l’illuminismo, ossia un movimento politico, sociale, culturale e filosofico, che diede maggior fiducia all’intelletto umano ed avviò allo scetticismo, al libero pensiero e all’ateismo. Per questo motivo la pratica esorcistica subì forti pressioni, non solo da parte di coloro che esercitavano la professione medica, ma anche dalla Chiesa e dalle autorità civili di molti paesi cattolici. Ad esempio la Congregazione dell'Indice (organismo della Curia romana) condannò vari manuali esorcistici e i casi di “frode mistica”, soprattutto in Spagna, rendendosi conto che le attività del clero stavano suscitando derisione specialmente tra i filosofi della Francia illuminista. Oppure nel 1758 l’esorcismo venne totalmente proibito nei territori ereditati dall’Austria con un decreto dell’imperatrice Maria Teresa la quale, assieme alle credenze nei vampiri e nella stregoneria, li reputava delle forme di superstizione dannose, nonché destabilizzanti per la società.  Infine, per la storica ed archivista E. Brambilla sostiene che non fu un medico a suggerire che la possessione demoniaca potesse essere una “malattia nervosa”, ma un commediografo, il quale ha favorito la possibilità che individui sani, sopraffatti dall’emozione e influenzati della superstizione, si ritenessero vittime del diavolo.

 

PREVISIONI APOCALITTICHE, LA FINE DEL MONDO, INCONTRO CON CULTURE “SCONVOLGENTI”. ECCO COME LA SCOPERTA DELL’AMERICA “HA INDOTTO” I FRATI AD USARE L’ESORCISMO COME STRUMENTO DI POTERE. La riforma di Martin Lutero del 1517 produsse una frattura all’interno del cristianesimo proprio nello stesso secolo in cui le due grandi potenze cattoliche, Spagna e Portogallo, stavano iniziando la conquista del Nuovo Mondo. Così il dominio spagnolo e portoghese spinse gli ordini religiosi a diffondere il cattolicesimo verso terre molto lontane dove, le diverse culture, stimolarono la fantasia europea come mai prima di allora. Infatti la scoperta dell’America, e la graduale consapevolezza che quel nuovo Paese non era l’Asia, si accompagnò a previsioni apocalittiche, che indusse i primi frati a pensare ad un segno della fine del mondo che avrebbe “autorizzato” loro di predicare la propria religione tra questi nuovi popoli. Per diffondere il credo essi utilizzavano l’esorcismo poiché era considerata la pratica cattolica che più si prestava ad essere assimilata alle credenze indigene. In particolare in America tale rito assunse spesso connotazioni violente ed oppressive, impiegato non per esorcizzare luoghi infestati da presunte apparizioni spettrali, ma dal fatto che in un determinato sito dedicato alle credenze locali fosse stato praticato un culto “satanico”. Infatti, ad esempio, una delle città dell’Impero Inca, Vilcabamba, fu conquistata dagli spagnoli nel 1572 e i due europei, che si insediarono in quest’area, furono i frati agostiniani: Marcos Garcia e Diego Ruiz Ortiz. Quest’ultimo, assieme ad una comunità cristiana, organizzò un progetto di distruzione dei siti religiosi indigeni che prevedeva l’”esorcismo con il fuoco”. Così presso il grande tempio di Chuquipalta appiccò il fuoco ai templi di paglia circostanti ed esorcizzò la sacra roccia bianca (Yurac Rumi). I metodi che utilizzò il frate furono documentati dal funzionario spagnolo Baltasar de Ocampo: “egli distrusse molti santuari da cui furono visti uscire dei demoni, incapaci di resistere alle preghiere, esortazioni ed esorcismi offerti al suddetto Padre e alle fumigazioni con cui li tormentava ed affliggeva”.

 

​DALL’INCREDULITA’ DEI CINESI NEI CONFRONTI DELL’ESORCISMO, ALL’USO DI QUESTA PRATICA NELLE CASE, NEI TEMPLI E NEI FUNERALI BUDDISTI E TAOISTI. ECCO COME È ARRIVATO IN CINA TALE RITO CATTOLICO. Per contrastare la Riforma di Martin Lutero del 1517, la Chiesa cattolica ricorse alla cosiddetta Controriforma che prevedeva anche la diffusione del cristianesimo cattolico nel mondo. Per poterlo fare si affidò ai missionari della Compagnia di Gesù, fondata e organizzata da Ignazio di Loyola nel 1534. Il primo missionario internazionale gesuita fu Francesco Saverio che si spinse fino al lontano Giappone, prima di morire al largo delle coste cinesi nel 1552. La sua ambizione era quella di evangelizzare la Cina, che non fu compiuta da lui ma dal gesuita Matteo Ricci nel 1582. I primi missionari, che presero contatti con i cinesi, si trovarono inizialmente a confrontarsi con una classe dirigente molto istruita e scettica nei confronti delle loro pratiche esorcistiche. Uno scontro inziale che si rivelò un vero “banco di prova” per i cattolici, ma che trovarono invece un forte riscontro da parte della popolazione rurale. In seguito, nel XVIII secolo, l’esorcismo divenne di uso corrente e venne compiuto regolarmente come parte dei riti funebri buddisti e taoisti, con l’appoggio dello Stato. Così sacerdoti taoisti e monaci buddisti effettuarono anche esorcismi minori, noti come xiaofa, gli stessi usati dai missionari cattolici che non desideravano essere esposti agli esorcismi melodrammatici praticati nei templi. Un altro aspetto che denotava la mescolanza tra cultura cinese e quella occidentale risiedeva nei resoconti esorcistici, nei quali vi era la convinzione prevalente che gli spiriti tendessero a infestare non solo le persone ma anche i luoghi. Quest’ultimo aspetto era tipico delle credenze cinesi, e per i cattolici doveva essere risolto attraverso un loro trattamento esorcistico. Ad esempio nel 1657 il prete Victorio Riccio esorcizzò una casa infestata dal fantasma di una donna che si era suicidata dopo aver litigato con il marito cristiano. Oppure nel 1729, a Luojiaxiang un prete liberò con successo una casa da un demone, raccomandando la famiglia di pronunciare una formula esorcistica. Secondo le credenze, dopo tre giorni il demone lasciò l’abitazione.

IMPARARE A RICONOSCERE UNA PERSONA POSSEDUTA, CAPIRE SE UN DEMONE HA LASCIATO LA SUA VITTIMA ED IMPARARE IL RITO ESORCISTICO. ECCO COSA C’E’ SCRITTO NEL RITO ROMANUM, IL LIBRO USATO DAGLI ESORCISTI. Nell’età moderna non esisteva alcun rito esorcistico standard approvato, sebbene alcuni fossero più popolari di altri, mentre le formule esorcistiche erano numerose e confusionarie. Un importante ruolo per sistemare la pratica esorcistica fu svolto dal Concilio di Trento (1545-1563) e dalla successiva opera di papa Paolo V, scritta nel 1614 e chiamata Rituale Romanum. Tale testo è un insieme di alcuni libri liturgici della Chiesa cattolica che contiene le disposizioni per celebrare diversi riti come il battesimo, il matrimonio, le esequie, ecc. La parte dedicata al rituale esorcistico è contenuta nel XII capitolo e intitolata De exorcizandis obsessis a dæmonio dove cerca di conservare un attento equilibrio fra scetticismo e credulità. In particolare nel primo capitolo è inerente alle norme che deve osservare l’esorcista al cospetto di una fenomenologia così complicata, mentre l’altro capitolo è dedicato al rito per esorcizzare i posseduti dal demonio. Per questo motivo sono stati tracciati dei criteri riconoscere una persona posseduta, tra cui: 1. è necessario capire se il posseduto parla o capisce lingue sconosciute; 2. se può riferire fatti ed eventi avvenuti in epoche remote e dei quali non può essere venuto a conoscenza direttamente o per racconti di altre persone; 3. se manifesta una forza fisica superiore a quella tipica della sua età e chiaramente oltre alle capacità umane; 4. se mostra avversione per il sacro come oggetti, immagini sacre, chiese, ecc. D’altro canto l’esorcista è avvisato anche nel caso in cui i demoni si nascondono o fingono di lasciare la vittima, incoraggiandolo ad insistere nel rituale oppure lo invita ad ostacolare eventuali “scappatoie” ideate dalle streghe che tentano di causare la possessione. In definitiva il Rito Romanum è un testo che non divenne mai obbligatorio ma raccomandato, ed è stato presente nella liturgia ufficiale della Chiesa cattolica dal 1614 fino ad arrivare ad oggi subendo diverse modifiche.

DALLA PERSONA IRASCIBILE A QUELLA DEDITA ALLA SESSUALITA', DA QUELLA PERFIDA A QUELLA PIGRA. ALCUNI INDICATORI DI COME I DEMONI SCELGONO LA LORO VITTIMA IN BASE ALLA TEORIA DEGLI UMORI. La teoria degli umori era una dottrina che fu accolta dalla medicina antica, medievale e rinascimentale, concepita dal medico greco Ippocrate di Coo (460-377 a.C.). In particolare lo studioso sostenne che il corpo umano fosse governato da quattro fluidi fondamentali, conosciuti come “umori”: sangue, bile gialla, bile nera e flegma, i quali costituivano la natura del corpo umano. Nel caso in cui fossero combinati in modo armonico, allora avrebbero condotto l’uomo ad avere un buon stato di salute; mentre, al contrario, se fossero stati sproporzionati ne avrebbero causato la malattia. La cura consisteva, ovviamente, nel riportare l’equilibrio tra gli stessi. Con il medico romano Galeno (131-201 d.C.) la teoria umorale divenne anche una teoria della personalità: la predisposizione all'eccesso di uno dei quattro umori definì quattro tipi di temperamento: 1. sanguigno (che fu descritto come: allegro, goloso e dedito a una sessualità giocosa); 2. collerico (irascibile, permaloso, furbo, generoso e superbo); 3. melanconico (debole, perfido, triste); 4. flemmatico (lento, pigro, sereno e talentuoso). Sulla base di queste antiche teorie, il cardinale Federico Borromeo scrisse, nel suo libro Misticismo vero e falso delle donne (1616), quali furono le caratteristiche per riconoscere le potenziali vittime della possessione da parte dei demoni. Secondo l’autore tra i quattro caratteri citati pocanzi, erano i malinconici che potevano essere più soggetti per questo genere di manifestazione. Infatti li considerava sofferenti nel corpo e nell’anima, più sensibili alle aggressioni demoniache a cui spesso soggiacevano senza riuscire a reagire, precipitando così in un vortice di dolore. Inoltre altri tipi di persone che potevano cadere nel mirino del demonio erano ad esempio: le persone ignoranti, poco intelligenti che il Maligno poteva illudere con svariate fantasie orribili e i soggetti emotivi, predisposti all’esperienza mistica ma senza essere sufficientemente maturi.

​CONOSCERE IL LINGUAGGIO DEI DEMONI, INTERROGARE IL MALE, IDENTIFICARE LA POTENZIALE VITTIMA ADATTA ALLA POSSESSIONE DEMONIACA. ECCO COME NEL MEDIOEVO LE ENTITA’ MALIGNE DIVENNERO PIU’ “FISICHE”. Per la storica Nancy Caciola nel medioevo il più delle volte la possessione divenne un’attività sempre più fisica a tal punto che l’entrata e l’uscita di una presunta entità maligna, dalla vittima, era considerata come una reale “ingestione ed espulsione” di un essere materiale. Infatti nel XV secolo gli esorcisti esorcizzavano le singole parti del corpo, come ad esempio il cuore, poiché si credeva che i demoni avessero il potere di conoscere e condizionare la sede della volontà. In questo periodo ci fu inoltre un rapido incremento della produzione di testi esorcistici caratterizzati da una grande varietà: da quelli contro la stregoneria, alle preghiere dei santi fino alle ricette farmaceutiche. Infatti, da questi manuali emerse anche un nuovo modo di porsi con l’indemoniato, ossia l’interrogatorio che l’esorcista compiva nei confronti dell’entità che possedeva la vittima. Se in precedenza, infatti, il sacerdote si rivolgeva al demone in modo retorico, nel XV secolo si iniziò a chiedergli di identificarsi e di dichiarare l’ordine infernale a cui apparteneva. Di conseguenza, è facile intuire che l’esorcismo non fu considerato banale ma regolarmente controllato e perfezionato da specialisti, fin tanto che si tentò di stabilire una potenziale distinzione tra indemoniati e malati mentali o semplici squilibrati. Per tale distinzione nel medioevo sopravvivevano e prosperavano spiegazioni che risalivano all’antichità. In particolare il cardinale Federico Borromeo (1564-1631) scrisse il libro “Misticismo vero e falso delle donne”, un testo che dichiarava la difficoltà incontrata dagli ecclesiastici di stabilire i veri fenomeni di possessione. Nell’opera vi è anche la descrizione della persona più adatta all’esperienza mistica e alla possessione diabolica. In accordo con Aristotele, il cardinale scrisse che le persone più incline a queste manifestazioni erano coloro che avevano un carattere melanconico caratterizzato da attacchi di ansietà, depressione e stanchezza.

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DAI TALISMANI CHE ATTIRANO LE ENERGIE POSITIVE AGLI AMULETI CHE SCACCIANO LE ENERGIE NEGATIVE FINO BERE E MANGIARE LE FORMULE MAGICHE. ECCO ALCUNI RIMEDI CHE DOVREBBERO OSTACOLARE IL MALE. In generale in qualunque religione che preveda l’esistenza e l’azione di potenze demoniache è previsto l’esorcismo ossia un rito mediante il quale una persona investita di potere sacro, come: sacerdoti, sciamani, stregoni, mistici, ecc., scaccia una presunta entità negativa dalla vittima o dai luoghi o cose in cui si è insinuata. Questa pratica può “trasferire” la sua presunta efficacia attraverso l’utilizzo di diversi strumenti che avrebbero la specifica funzione di ostacolare l’accesso del “male” ma anche di proteggere la persona. Ad esempio vi sono i talismani che hanno la presunta capacità di attirare le energie positive (il classico portafortuna) e di incrementare determinate capacità in chi li possiede. Oppure gli amuleti, invece, non trasmettono certe qualità ma si presume abbiano il potere di difendere la persona dalle negatività. Un altro importante strumento che ostacola il male è la scrittura magica di cui ne abbiamo una precisa indicazione nei casi di grafofagia, ossia una pratica che consiste nell’ingerimento di testi scritti con la funzione sia terapeutica sia oracolare. La sua origine va ricercata nelle tradizioni della cosiddetta “acqua scritta” presente anche nell’antico Egitto, soprattutto dalla XXII alla XXX dinastia (945 a.C. – 343 a.C.). Qui vi erano statue guaritrici coperte di testi magici e, su di esse, veniva versata dell’acqua che poi andava a raccogliersi nei bacili ai piedi delle sculture. Questo liquido, impregnato dell’efficacia dei simboli, veniva bevuto come sostanza medica. Un’altra esperienza grafofaga è rintracciabile nella cultura tibetana, dove sono diffusi gli amuleti commestibili, cioè piccoli pezzi di carta sui quali sono riprodotte delle sillabe, spesso prive di significato, ma articolate in modo tale da formare figure geometriche complesse. Ogni amuleto possiede delle caratteristiche terapeutiche in base alla forma assunta dai gruppi di sillabe, che viene poi ingerito dal malato per guarirlo da specifiche malattie.

 

​TRASFORMARE GLI ANTICHI DEI IN ENTITA’ MALVAGIE, CREDERE CHE I MAGHI COOPERINO CON I DEMONI E FAR DIVENTARE I SANTUARI PAGANI LUOGHI DOVE SI SVOLGONO GLI ESORCISMI. SONO ALCUNI ASPETTI DELLA CONVERSIONE DAL PAGANESIMO AL CRISTIANESIMO. Fra la metà del II secolo e la metà del III secolo, la demonologia cristiana trasformò gli Dei del mondo antico in esseri malvagi e i pagani, o credenti ricaduti nel paganesimo, venivano spesso descritti come dominati e posseduti da tali entità. La Chiesa romana per esorcizzare quest’ultime persone ricorrevano alla Traditio Apostolica ossia una raccolta di canoni e norme liturgiche dove si specifica che i possibili indemoniati dovevano essere prima esorcizzati e poi battezzati. Tutto ciò portava a credere che l’esorcismo cristiano fosse essenzialmente un rito magico, anche se la Chiesa si impegnò di distinguerlo dalla magia. Infatti, quest’ultima era considerata come una “tecnica” per catturare il divino e i maghi operavano sortilegi, spesso illusori o presunti, in cooperazione con forze demoniache asservite attraverso manipolazioni materiali. Questa attività si poneva in contrasto con quella dei fedeli, che ricorrevano a semplici preghiere e suppliche per invocare l’aiuto di Dio. Nel corso del IV secolo e anche in seguito, attraverso rituali esorcistici, il clero trasformò i luoghi sacri, dediti agli antichi Dei pagani, in nuovi santuari dove le divinità cristiane “esercitavano” il loro potere. In particolare questo cambiamento fu dimostrato quando il vescovo romano Martino di Tours ordinò agli indemoniati posseduti da Giove e Mercurio di riconoscere il Dio cristiano e i santi al suo servizio. I santuari divennero, così, lo scenario di una forma di “teatro demoniaco”, in cui i fedeli e posseduti si riunivano per ammirare spettacoli straordinari, come quello dell’uomo indemoniato che rimaneva a testa in giù, con i piedi per aria, nel santuario di San Felice di Nola, nell’Italia del IV secolo. In un mondo che stava mutando, e con la progressiva accettazione sociale del cristianesimo, gli esorcismi rassicuravano la gente in quanto rispecchiavano la giustizia romana e custodivano gli antichi valori cristiani.

 

DA BANALE PROCESSO CHE FU USATO ANCHE PER RISOLVERE I PROBLEMI DEL MAL DI DENTI AL RITO DI PURIFICAZIONE E LIBERAZIONE DALLE ENTITA’ DEMONIACHE. ECCO COME L’ESORCISMO DIVENNE UNO STRUMENTO DI POTERE. Tra il 1100 e il 1300 la pratica esorcistica operata dai sacerdoti entrò in profonda crisi e i fedeli, alle prese con la possessione diabolica, erano incerti sul da farsi. Così, per scacciare il diavolo, di solito si attingeva da una mescolanza di reliquie, dal rito della comunione e dall’esorcismo battesimale. Era quindi un processo banale, usato ad esempio come soluzione per convertire i pagani, per il mal di denti o per evitare le tentazioni sessuali. Intorno al XIV secolo ci fu però un punto di svolta: con il pontificato di Giovanni XXII (1316-1334), l’Europa occidentale iniziò ad avere un atteggiamento diverso nei confronti della magia, intesa come opera di potenze demoniache. In particolare l’esorcismo venne compiuto, oltre che agli indemoniati sofferenti, anche alle vittime di magia e stregoneria, con lo scopo di purificarli dal peccato e liberarli dall’influenza demoniaca. Quindi questo strumento divenne più potente rispetto al passato anche perché fu usato per ottenere una maggiore coesione e autorità di una Chiesa in crisi. Per quanto riguarda i sintomi degli indemoniati nel Medioevo erano vari ed includevano: urla, bestemmie, mutismo, contorsioni con il corpo, paralisi. Le vittime erano quasi tutte donne, in parte uomini e con meno probabilità le figure ecclesiastiche. La pratica esorcistica non fu solo compiuta ai posseduti ma anche contro le streghe nel XV secolo le quali divennero fonte di grande preoccupazione per il clero. Uno dei primi testi ad occuparsi di stregoneria fu il Formicarius, composto dal domenicano J. Nider nel 1431, che fu il precursore del Malleus Maleficarum, un trattato risalente al 1486 e scritto dal domenicano H. Kramer assieme al confratello J. Sprenger, con lo scopo di reprimere l'eresia, il paganesimo e la stregoneria. Rispetto a queste opere, l’esorcismo era un’arma secondaria nella guerra verso le streghe e, per molti inquisitori, era concepito come un rimedio verbale simile al rimedio erboristico.

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