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AI PIEDI DEL MONTE FUJII, SI TROVA UN LUOGO AVVOLTO DAL MISTERO. LO CHIAMANO LA FORESTA DEI SUICIDI

Immagine del redattore: Aria ShuAria Shu

Aggiornamento: 20 ott 2021


Ammetto che da sempre sono stata affascinata dal monte Fuji, oserei dire un simbolo che mi porta la mente lontano, al Paese del Sol Levante, in Giappone, tra affascinanti usanze, tradizioni, cerimonie e riti.

Ebbene un giorno il mio entusiasmo fu letteralmente smorzato quando lessi, per puro caso o no, che ai piedi di questo vulcano si trova un LUOGO MACABRO chiamato Aokigahara. Il nome in apparenza può sembrare un tipico Menù Shushi, ma in realtà significa “oceano di alberi”, conosciuto come la Foresta dei SUICIDI. Il che mi fa rabbrividire al solo pensiero, ma allo stesso tempo provare un forte senso di disagio nei confronti di questi disperati che compiono un gesto così FOLLE!

Secondo le autorità locali giapponesi, le persone che ogni anno vengono a mettere fine ai loro giorni di vita in questa cupa foresta sarebbero circa un centinaio. Una cifra probabilmente sottostimata perché è impossibile tenere una CONTABILITÀ degli INFELICI che penetrano nella selva oscura. Quindi è facile dedurre che delle statistiche vengono a far parte solo i corpi trovati durante le battute annuali (1). Tanto per farci un’idea, solo nel 2004 si registrò un picco di 108 cadaveri morti tendenzialmente per OVERDOSE di farmaci oppure per IMPICCAGIONE (2).

Di fronte a questa tragedia la polizia locale e i volontari hanno adottato delle strategie. Innanzitutto all’ingresso della foresta hanno piazzato dei CARTELLI che cercano di esortare le persone a non compiere atti disperati, a ripensare con attenzione alle loro azioni, soprattutto al destino delle loro famiglie. Inoltre le autorità hanno smesso di diffondere i dati relativi al ritrovamento dei cadaveri, soprattutto per cercare almeno di contenere coloro che emulano questi atti disperati (3).

“La tua vita è un dono prezioso dei tuoi genitori. Pensa a loro e al resto della tua famiglia. Non devi soffrire da solo”.

Poi dobbiamo tener conto che, oltre a coloro che compiono il suicidio, ci sono anche quelli sfortunati (4)! Sì, perché questo luogo è anche una meta per gli appassionati di escursionismo e di trekking, che si avventurano, poi perdono il SENSO DELL’ORIENTAMENTO e non riescono più ad uscire!!! Si dice che la foresta faccia impazzire le bussole, il GPS e che non sia possibile nessuna comunicazione telefonica; soprattutto quando si passa sotto gli alberi (5). A tal proposito mi viene da pensare ad una frase, da noi occidentali ben conosciuta: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate!” Una sorta di INFERNO dantesco ma purtroppo reale!


Quindi mi viene da chiedermi: perché proprio questa foresta è teatro di numerosi suicidi? Che caratteristiche ha?

Di per sé la foresta non ha dimensioni gigantesche, poiché si estende per circa tremila ettari ossia due km in linea d’aria, attraversandola dal punto di massima larghezza. Ma la particolarità di questo luogo sta nel fatto che è quasi INACESSIBILE, avvolto da una luce tenue, molto silenzioso, per via della sua densa vegetazione. Il terreno è irregolare, ricoperto da un muschio che nasconde profondi crepacci, il che rende anche difficoltoso il percorso. Così questo posto offre, a coloro che lo visitano, la sensazione di non trovare VIA D’USCITA (6) e spesso i visitatori, a prescindere dalle loro intenzioni di fare trekking o di togliersi la vita, non ritorneranno a casa mai più!

Ma perché proprio questo luogo che è un’attrazione turistica poi si è trasformato in un cimitero a cielo aperto?

Il motivo esatto non si conosce o per lo meno ci sono numerose ipotesi. La motivazione che sembra riscuotere maggior successo è da ricondurre ad una ANTICA PRATICA feudale, chiamata l’ubasute. La tradizione voleva che le persone anziane si ritirassero di loro volontà in un luogo isolato per morirvi, in modo da non essere più di peso alle loro famiglie. Un gesto frequente tra le famiglie giapponesi, spesso deciso in comune accordo, probabilmente per fronteggiare le ristrettezze economiche.

Questa pratica era quindi segnalata proprio ad Aokigahara e, nel corso dei decenni, dalla vera storia nacquero i RACCONTI DI FANTASMI, secondo cui molti visitatori giurarono di aver visto degli spiriti inquieti (chiamati yūrei) di anziani abbandonati a sé stessi, che si aggiravano tra gli alberi della foresta oscura!

Oltre a queste inquietanti storie, a rendere questo luogo ancora più famigerato ci ha pensato lo scrittore giapponese Seichō Matsumoto, che nel 1960 ha pubblicato il romanzo intitolato Nami no to (torre delle onde). Qui si narra di due AMANTI che si suicidarono affermando che non c’è posto migliore per porre fine alla proprio vita…

Nonostante Aokigahara sia un luogo un po’ tetro, è comunque una foresta immersa nella regione dei Cinque Laghi, nota non solo per le viste del Monte Fuji ma anche per le grotte di ghiaccio e le poderose fioriture di ciliegi in primavera[1]. Sostanzialmente uno spettacolo per gli occhi che, SE SI APRONO MEGLIO, potranno vedere che è anche un luogo ricco di vita!


Alla prossima.

Aria Shu.


Copyright © 2020-2021, “www.mondidiaria.com” – Tutti i diritti riservati.


Note dell’articolo:

(1) Le Carrer O. & Le Carrer, S., Atlas des lieux maudits, FLAMMARION, Parigi, 2013, trad. it. Atlante dei luoghi maledetti, Bompiani , Milano, p. 80.

(4) Le Carrer O. & Le Carrer, S., Atlas des lieux maudits, FLAMMARION, Parigi, 2013, trad. it. Atlante dei luoghi maledetti, Bompiani , Milano, p. 80.

(5) Le Carrer O. & Le Carrer, S., Atlas des lieux maudits, FLAMMARION, Parigi, 2013, trad. it. Atlante dei luoghi maledetti, Bompiani , Milano, p. 80.



Fonti articolo:

Le Carrer O. & Le Carrer, S., Atlas des lieux maudits, FLAMMARION, Parigi, 2013, trad. it. Atlante dei luoghi maledetti, Bompiani , Milano.





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