Quando penso a Napoli mi viene in mente il suo Golfo, il Vesuvio e il mare che la bagna e che la rende un luogo ancora più spettacolare e affascinante. Ma Napoli ha anche un'altra faccia e, se andiamo sempre più giù in profondità, tra le viscere della terra si nasconde una città sotterranea scavata nel morbido e resistente tufo giallo che attraversa quasi tutti i quartieri napoletani a diverse profondità (1).
Infatti, i primi manufatti da scavi archeologici risalgono a circa 5.000 anni fa, quasi alla fine dell’ERA PREISTORICA. Poi nel III secolo a.C. i GRECI aprirono le prime cave sotterranee necessarie per costruire le mura e i templi della loro Neapolis e scavarono in numerosi ambienti per creare una serie di ipogei funerari. Ma il vero sviluppo imponente del reticolo dei sotterranei ebbe inizio in epoca romana e in particolare nell’età augustea, in cui costruirono gallerie viarie, cunicoli, PASSAGGI SEGRETI, catacombe e soprattutto una rete di acquedotti complessa (2), che conduceva l’acqua potabile dalle montagne avellinesi sino ai Campi Flegrei (3). Ma nel XVI secolo il vecchio acquedotto e le altre CISTERNE pluviali non erano più in grado di soddisfare il bisogno d’acqua della città e per questo il nobile napoletano Cesare Carmignano edificò un nuovo acquedotto. Fu solo agli inizi del XX secolo che si smise di scavare nel sottosuolo per l’approvvigionamento idrico, abbondonando una rete di cunicoli e cisterne di ben oltre 2.000.000 m², diramata per tutta Napoli.
I sotterranei furono di seguito usati durante la Seconda Guerra Mondiale come ricovero antiaereo che salvò la vita ad un numero enorme di persone. Le cavità furono, quindi, illuminate e sistemate per ospitare i napoletani che si affrettavano a scendere tra le viscere della terra (4). In seguito LABIRINTI, vecchi acquedotti e antiche cavità furono abbandonate e usate come discarica dei rifiuti fino all’opera di recupero iniziata negli anni '80 da alcuni volontari (5)! A questo punto mi viene da dire: per fortuna che ci sono persone che hanno a cuore la propria città: un gioiello che va curato in ogni suo aspetto, sia dentro che fuori, sia sopra che sotto!
Ma ora iniziamo un viaggio alla scoperta delle parti più significative di questa dimensione parallela… ovviamente se non soffrite di claustrofobia!
Per accedere alla Napoli sotterranea ci sono molti ingressi e di solito dobbiamo scendere lungo un centinaio di scalini, "viaggiando indietro nel tempo” di oltre 2.400 anni, fino ad arrivare a 40 metri di profondità (6)!!!
Qui il nostro percorso si estende tra cunicoli e cisterne dove si possono ammirare, ad esempio, i resti dell’antico acquedotto greco-romano, i rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale, la Stazione Sismica “Arianna” e perfino un ORTO IPOGEO (7), una sorta di serra nel sottosuolo dove vengono fatte crescere specie di piante sfruttando il clima umido, in particolare il basilico, utilizzato da una vicina pizzeria (Le Sorelle Bandiera) per condire le sue pizze (8).
Passiamo ora ad un'altra parte di questa meravigliosa dimensione sotterranea, ossia la GALLERIA BORBONICA (già Tunnel borbonico). Questa zona può essere esplorata con un attraversamento sotterraneo in zattera all’interno di una cisterna. Davvero spettacolare, da non perdere! La sua costruzione ebbe inizio nel 1853, per ordine di Ferdinando II di Borbone, come percorso militare tra l’attuale Piazza del Plebiscito e la zona del porto. In particolare, la galleria sarebbe stata utile in caso di tumulti o assalti nemici: gli avrebbe permesso, assieme alla sua famiglia, una via di fuga verso il mare e alle caserme. I lavori, tuttavia, realizzati totalmente a mano, poi si interruppero a causa sia di problemi tecnici sia del decesso di Ferdinando II stesso. Il progetto rimase, quindi, incompleto fermandosi nel cortile alle spalle del colonnato di Piazza del Plebiscito (9) (10).
Come ho già detto prima, le cavità sotterranee della città furono utilizzate come rifugi antiaerei della Seconda Guerra mondiale (11). Inoltre, in modo sbalorditivo, durante il nostro cammino, possiamo incontrare anche AUTO e MOTO d’epoca, poiché tale zona fu utilizzata anche come “magazzino” per veicoli sotto sequestro.
Ad esempio è possibile ammirare una Fiat 508 Balilla, una Fiat 1400, una Fiat 1100 usata come taxi, una preziosa Alfa Romeo 2500 SS cabriolet Pininfarina ed ancora un vero e proprio cimitero di Vespe e Lambrette. Roba da far invidia a qualsiasi collezionista!! E poi ancora croci, un bassorilievo di Santa Barbara, pipe di terracotta, antiche piastrelle (12), antiche brandine, attrezzi da cucina e resti di impianti elettrici. Insomma mi sembra di essere in un supermercato di altri tempi! Che dire? Figo!
Entriamo invece in una delle parti più macabre dei sotterranei, ossia un percorso molto suggestivo che si snoda tra le CATACOMBE DI SAN GENNARO e di SAN GAUDIOSO: sono delle necropoli, entrambe situate nel Rione Sanità. Quelle di S. Gennaro risalgono al II secolo d.C., poi ampliate nel IV secolo con la sepoltura del primo patrono di Napoli, Sant’Agrippino. Ci sono due livelli: quello inferiore con cavità in tufo create intorno alla Basilica del santo e quella superiore estesa con l’arrivo dei resti di San Gennaro (oggi nel Duomo).
Mentre le Catacombe di San Gaudioso sono il luogo di sepoltura del santo arrivato a Napoli dopo la fuga dai Vandali. Sono ancora conservati molti simboli cristiani, mosaici ed affreschi tra cui quello che ritrae la Morte che vince su tutto (13). Inoltre ci sono ancora gli scolatoi, dove gli “schiattmuorti” (BECCHINI) praticavano la tecnica della scolatura, che consisteva nel far perdere i liquidi dai cadaveri prima della sepoltura, per dissecarli (14).
Un altro pezzo forte di questo “mondo parallelo” lo possiamo trovare tra le grandi caverne della cosiddetta Valle dei Morti e più precisamente dietro alla chiesa di Maria Santissima del Carmine. Qui si trova il CIMITERO DELLE FONTANELLE (15), dove il sacro e il profano s’incontrano e vi abitano circa 40.000 resti (16) appartenenti alle vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836. In questo luogo si praticava, fino a qualche decennio fa, il CULTO DELLE ANIME DEL PURGATORIO (“Anime Pezzentelle”) (17), di solito svolto dalle donne e non solo con riti specifici. In particolare, veniva prima scelto (di solito attraverso i sogni), e poi adottato, un teschio che rappresentava fisicamente l’anima abbandonata, nel senso di bloccata, nel Purgatorio, poiché si credeva che il suo corpo non avesse ricevuto una degna sepoltura. In questo modo inizia così un profondo legame tra la famiglia adottante e il teschio-anima, che consisteva nel prendersi cura del teschio attraverso la lucidatura e altre forme di comunicazione.
In cambio, l’anima adottata, rinfrescata dalle fiamme del Purgatorio grazie alle preghiere della “nuova” parente, avrebbe avuto la possibilità di andare in Paradiso e rendere alcuni servigi alla famiglia attraverso indicazioni oniriche (18). Una ritualità per noi, o per lo meno per me, BIZZARRA ma, se devo essere sincera, affascinante!
Bene, io ovviamente termino la nostra avventura nella Napoli sotterranea. Non voglio appesantire troppo la lettura ma ovviamente, per chi volesse andare, ci sono tante altre parti allo stesso modo molto interessanti da esplorare. Come ad esempio: il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore; Lapis Museum; il Parco Archeologico Pausylipon e Grotta di Seiano; il Museo del Sottosuolo; la Crypta Neapolitana e Tomba di Virgilio e tanto altro. Per approfondimento vi consiglio il sito:https://www.pimpmytrip.it/visitare-napoli-sotterranea/#catacombe-san-gaudioso
Allora buon viaggio!
Alla prossima!
Aria Shu.
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Note dell’articolo:
(1) Piedimonte, A., E., Napoli segreta. Breve viaggio esoterico nella città dei misteri tra leggende, miracoli e magie , Intra Moenia, Napoli, 2014, p. 53.
(3) Piedimonte, A., E., Napoli segreta. Breve viaggio esoterico nella città dei misteri tra leggende, miracoli e magie , Intra Moenia, Napoli, 2014, p. 53.
(9) Piedimonte, A., E., Napoli segreta. Breve viaggio esoterico nella città dei misteri tra leggende, miracoli e magie , Intra Moenia, Napoli, 2014, p. 73.
(15) Chiamato in questo modo per la presenza in tempi remoti di fonti d'acqua.
(17) Piedimonte, A., E., Napoli segreta. Breve viaggio esoterico nella città dei misteri tra leggende, miracoli e magie , Intra Moenia, Napoli, 2014, p. 57.
(18) Piedimonte, A., E., Napoli segreta. Breve viaggio esoterico nella città dei misteri tra leggende, miracoli e magie , Intra Moenia, Napoli, 2014, p. 60.
Fonti articolo:
Piedimonte, A., E.,Napoli segreta. Breve viaggio esoterico nella città dei misteri tra leggende, miracoli e magie , Intra Moenia, Napoli, 2014.
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