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Immagine del redattoreAria Shu

ECCO A VOI MADAME POPOVA: COLEI HA UCCISO 300 UOMINI PER VENDICARE LE DONNE MALTRATTATE!

Aggiornamento: 3 apr 2021



Oggi il nostro viaggio nel tempo ci porta tra fine Ottocento e inizi Novecento, in Russia e precisamente a Samara, una città di quasi mille chilometri quadrati ubicata ad est di Mosca.

Qui, tra il 1879 e il 1909, SPARIRONO nel nulla ben 300 uomini, non per effetto di una qualche guerra o epidemia, ma morirono tutti per mano di una donna. Ecco a voi Madame Alexe Popova!!

Una donna piccola, all’apparenza fragile, minuta, conosciuta come una persona caritatevole…Oserei dire la perfetta vicina di casa che tutti vorremmo avere. In realtà, invece, era la più spietata giustiziera di quell’epoca[1].

Infatti, la Popova uccideva in alcuni casi dietro compenso, in altri le bastava il rimborso spese per l’acquisto del VELENO, e in altre occasioni ancora si accontentava della soddisfazione di aver ucciso un uomo violento che maltrattava la moglie.

È molto probabile che lei, in passato, avesse avuto un marito che la picchiava e si fosse ribellata ai suoi maltrattamenti, uccidendolo. Oppure, altra ipotesi, è che lei soffrisse talmente tanto nel vedere che alcune donne che subivano i comportamenti crudeli dei loro compagni, da diventare una paladina della giustizia. Il suo OBIETTIVO era, infatti, salvare le mogli e i figli dalla brutalità, dall’angoscia e dalla frustrazione della violenza domestica[2].

Ed ecco che per ingaggiare Madame Popova era molto facile: bastava essere una donna sposata, con un marito violento, mostrare segni di percosse, essere molto disperata e…Il gioco era fatto [3]!!

Il MODUS OPERANDI con cui uccideva gli uomini non era sempre chiaro, a volte si serviva di coltelli e a volte di veleni. Si ipotizza che, ricevuto il suo compito, riuscisse ad entrare in quella famiglia con una scusa, come fingere di essere una nuova amica o una vicina di casa, in qualche modo conquistando la fiducia della vittima. Così lei poteva offrire una bevanda calda o della vodka…e poi…bè lascio spazio alla vostra immaginazione!! A tal proposito, infatti, un giornale dell’epoca affermò come il veleno potesse essere un’arma elegantemente femminile: pulita, non violenta, rapida e senza spargimento di sangue[4].

Ma ovviamente la CARRIERA da giustiziera terminò quando, una delle sue clienti pentita di averla ingaggiata, la denunciò alla polizia di San Pietroburgo. Così Madame Popova, durante il processo, dichiarò di essere una benefattrice e che nessun'altra persona avrebbe mai difeso le mogli.

In particolare disse: “Io non ho mai ucciso una donna, solo uomini che abusavano delle loro mogli”. Pare che il processo si fosse svolto con una certa rapidità e con la sentenza di pena di morte. Di questo non mi stupisco visto che in una Russia di inizio Novecento le donne non erano molto ascoltate o non erano libere di esprimere lo loro opinioni.

Così la giustiziera fu FUCILATA da un plotone di esecuzione formato, guarda caso, da uomini come se avessero voluto “ristabilire l’ordine delle cose”[5]. Tra l’altro il nome della Popova era Alexe che significa, ironia delle sorte, “chi protegge e difende".

Alla prossima Aria Shu.



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