Di solito quando pensiamo all’inferno i primi colori che ci vengono in mente sono il rosso e il nero….Oserei dire tipicamente diabolici! E invece oggi vi voglio stupire con effetti speciali e vi dico che l’inferno può essere anche BIANCO!! Avete capito bene: il bianco, che di solito rimanda a qualcosa di paradisiaco e di celestiale!
Ebbene in Thailandia vi è un tempio a dir poco surreale, tanto che sembra di stare nell’ANTICAMERA dell’INFERNO. Esso si chiama Wat Rong Khun ed è stato costruito nel 1997 dall’artista Chalermchai Kositpipat, che propone un mix di insegnamenti buddhisti e induisti per spronarci a non cadere nelle tentazioni della vita terrena (1).
Infatti, se avrete la fortuna di andarlo a vedere, la prima cosa che balza agli occhi è che il complesso è completamente bianco e quindi fuori dal solito stile degli altri edifici thailandesi che sono carichi di colori. Basta poco, quindi, per essere catapultati nel mondo dell’artista, oserei dire raffinato, affascinante e, allo stesso tempo, INQUIETANTE...
In particolare, l’opera è di questo colore poiché per l’artista il bianco simboleggia la purezza del Buddha ma è anche costellato di tanti piccoli specchietti che indicano la saggezza. Quest’ultimo aspetto produce ovviamente un'ESPLOSIONE di giochi di luci che crea, in chi lo ammira, stupore e meraviglia. Peccato che il vostro entusiasmo potrebbe essere smorzato quando poi vi accorgete che il tempio ha QUALCOSA CHE NON VA….Ebbene ci sono statue e scheletri da mettere i brividi!
Ed ecco che entriamo nel VIVO della situazione!
Per arrivare all’interno del tempio, prima dovete attraversare un PONTE molto particolare, poiché rimane come “sospeso” tra braccia tese, che partono da terra e vanno verso il cielo. Poi se guardate verso il basso potrete notare che ci sono tante MANI e scheletri sofferenti! Il tutto offre uno scenario da pelle d’oca!
Ma perché l’artista ha voluto tutto questo? Che cosa ci vuole comunicare?
Come ogni inferno che si rispetti ci sono anime sofferenti che si trovano in questo luogo di supplizio perché ovviamente hanno compiuto dei PECCATI in vita…..Peccati che ovviamente, in ottica buddista, potrebbero equivalere ad esempio all’eccessivo attaccamento alle cose terrene (2)! Quindi direi che io tranquillamente posso prenotarmi un biglietto di sola andata per l’inferno…considerando come sono fatta! Bè insomma, se notate le mani sono supplicanti in procinto di chiedere AIUTO a voi passanti…e perché mai? Per il semplice fatto che, nell’immaginario dell’artista, loro stanno sprofondando sempre più giù fino ad arrivare al vero e proprio inferno (3)!! L’opera è fatta talmente bene che sembra reale!
Quando però iniziate il cammino sul ponte, secondo la tradizione, non potete più tornare indietro, come dire: “vai e prosegui il tuo cammino” o “non tornare all’inferno”! Questa sorta di passaggio rappresenta il CICLO DELLE RINASCITE (o reincarnazioni) ma anche la strada verso la felicità e la purificazione che sovrastano indiscusse la tentazione, l'avidità e il desiderio (4).
Una volta superato questo transito di sofferenza, si arriva finalmente alla "PORTA DEL CIELO" (Ubosot), dove due enormi STATUE SERPENTI (naga snake) vi accompagnano verso l’interno del tempio.
Ma se l’esterno è così, come sarà l’interno?
Dentro al tempio vi sono statue di ogni tipo con significati simbolici che rimandano agli insegnamenti buddisti. Quindi potrete “gioire” di vecchie statue raccapriccianti che indicano quanto la vita è precaria; oppure le scintillanti statue di Yama, dio della MORTE e Rahu, ovvero il dio che decide il nostro DESTINO e che concede l’ingresso nel Regno dell’Illuminato o ci respinge ancora verso l’ennesima reincarnazione (5)…E quindi si ritorna ancora una volta alla nostra vita terrena…E ma che palle!
Poi ovviamente non dimentichiamo gli affreschi carichi di colore, che riprendono sia le guerre compiute fino ad oggi e sia i personaggi del mondo moderno. Il tutto per comunicare la sofferenza umana e il samsara, ossia il regno della rinascita e dell’illusione, appunto, di vivere un’esistenza paradisiaca ricca di oggetti (6).
Quindi l’artista ci vuol far capire che l’uomo fa guerre per la propria brama di potere; che è diventato sempre più narcisista e attaccato ai beni materiali. Un’opera che non è solo bella da vedere ma ci fa anche pensare agli errori che commettiamo in questa vita.
Alla prossima.
Aria Shu.
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Note dell’articolo:
Fonti articolo:
http://www.turismothailandese.it/it/places/wat-rong-khun
https://www.fortementein.com/2018/09/12/il-tempio-bianco-in-thailandia-e-qualche-cosa-di-incredibile/
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