
Ve lo dico senza troppo girarci intorno: se avete PROBLEMI DI STOMACO non so se sia il caso di leggere… ma soprattutto di guardare le foto del mio articolo! Scherzi a parte, oggi la nostra macchina del tempo ci porta a Roma e precisamente nel XVII secolo. Ci troviamo su via Veneto, non troppo distante da Piazza Barberini. Qui si trova S. Maria della Concezione, conosciuta come “Chiesa dei Cappuccini”. Essa fu costruita vicino al palazzo della famiglia Barberini, tra il 1624 e il 1630, per volontà di papa Urbano VIII, in onore di suo fratello il cardinale Antonio Barberini, facente parte dell’ordine dei Cappuccini [1].

Il progetto è dell’architetto Casoni e la chiesa è formata da una piccola navata, 5 cappelle laterali, ciascuna di esse arricchita da RELIQUIE, sepolcri e opere d’arte, realizzate da Pietro da Cortona e dal Domenichino. Bene, fin qui non c’è niente che vada al di fuori della nostra “idea” di chiesa! Diciamo che a reliquie, sepolcri ecc. siamo abbastanza abituati!
Ebbene… l’attrazione principale o, per lo meno, quello che crea SGOMENTO è la Cripta dei Cappuccini, DECORATA CON OSSA di almeno 4000 frati!! Sì, sì, avete capito bene, un luogo sacro fatto di ossa e sono ben 4000, risalenti ad un periodo tra il 1528 e il 1870 e sono state prelevate dalle fosse comuni del vecchio Cimitero dell’Ordine dei Cappuccini [2].

Questo luogo macabro si snoda attraverso un luogo corridoio di circa 40 metri che conduce i visitatori alle 5 cappelle ornate da scheletri umani. Qui si trovano corpi dei frati Cappuccini, mummificati e vestiti con il saio tipico dell’ordine e di alcuni di essi si conosce l’identità. Ad esempio: vi sono 3 piccoli scheletri che sono i pronipoti del papa Urbano VIII; un altro è il principe Matteo Orsini con indosso un saio; e la principessa Barberini che tiene nella mano destra una FALCE e con la sinistra una BILANCIA!!!

Il nostro macabro percorso in questo mondo dei morti ci mostra decori di gusto rococò creati con diverse parti del corpo che formano rosoni, stelle, fiori, lesene, festoni, lampadari, orologi. I nomi di ciascuna cappella richiamano le ossa con cui sono stati realizzati i decori (dei BACINI, dei TESCHI, dei FEMORI, delle TIBIE, ecc.). Inoltre nell’ossario vi sono altri monaci mummificati appesi alle pareti e ai soffitti [3]. Diciamo che una notte qua dentro, non la passerei neanche se mi pagassero!

Sembra un posto singolare, unico nel suo genere, ma in realtà ve ne sono altri esempi oltre Roma. Basti pensare all’OSSARIO DELLA CHIESA DI SEDLEC nella città di Kutnà Hora, vicino a Praga. L’edificio contiene circa 40.000 scheletri umani disposti in modo tale da decorare l’interno del luogo sacro. Il motivo per cui l’hanno fatto è perché, dopo la peste del XIV secolo e dopo le devastazioni causate dalla crociata Hussita nel XV secolo, le vittime erano molto numerose, a tal punto da non esserci spazio sufficiente per contenerne gli scheletri nei cimiteri. Così fu necessario “correre ai ripari”, facendo costruire un ossario per contenerli tutti [4]. Ragazzi…”A mali estremi estremi rimedi!”

Altro esempio è l’ossario che si trova ad Évora in Portogallo, nella chiesa di San Francesco. All’interno dell’edificio sacro si trova la CAPELA DOS OSSOS creata da alcuni monaci francescani nel XVI secolo. Questo posto è stato creato perché i 42 cimiteri monastici occupavano troppo spazio nella città portoghese e quindi hanno pensato di trasferirne gli scheletri nella cappella. Le ossa sono circa 5000, appartenenti a persone di ogni ceto sociale e ricoprono pareti e pilastri, il tutto accompagnato da frasi per vincere la morte, come ad esempio: “Me ne vado, ma non muoio", "Muoio nella luce" e "Il giorno in cui muoio è meglio del giorno in cui sono nato". In questo modo non solo hanno risolto un problema pratico ma hanno anche comunicato un messaggio spirituale ossia l’inevitabilità della morte [5].

Insomma sono luoghi davvero da BRIVIDI che vanno al di fuori dei nostri canoni di “luogo sacro” e, a tal proposito, mi viene in mente la famosissima locuzione in lingua latina: MEMENTO MORI, che letteralmente significa “ricordati che devi morire”!!

In effetti il discorso “morte” è sempre un argomento delicato che in svariate culture mostra come l’essere umano faccia fatica ad accettare la fine della propria vita. Perché, ebbene sì, bisogna ammetterlo: la MORTE FA PAURA eccome! La scelta di decorare le cripte con ossa umane mi crea sgomento lo ammetto, però sicuramente è un modo per esorcizzare il trapasso.
Alla prossima!
Aria Shu.
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Note dell’articolo:
[1]Cenzi, I., Vannini, C., Mors pretiosa. Ossari religiosi italiani-Italian religious ossuaries, Logos nella coll. Bizzarro Bazar, Modena, p. 21.
[3]Cenzi, I., Vannini, C., Mors pretiosa. Ossari religiosi italiani-Italian religious ossuaries, Logos nella coll. Bizzarro Bazar, Modena, p. 30.
Fonti articolo:
Cenzi, I., Vannini, C., Mors pretiosa. Ossari religiosi italiani-Italian religious ossuaries, Logos nella coll. Bizzarro Bazar, Modena.
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