STATUE IPNOTICHE IN SIRIA: SONO LA PROVA DI ESSERI DI ALTRI MONDI O DONI PER UN DIO SCONOSCIUTO?
- Aria Shu
- 17 apr 2023
- Tempo di lettura: 5 min

Tra tanti misteri dell’antichità vi sono ovviamente anche quelli meno conosciuti ma non per questo meno intriganti e coinvolgenti. Anzi, ammetto che è stato divertente scovare delle chicche come quelle che voglio mostrarvi oggi.
Nel grande sito archeologico di Tell Brak, nella valle del Khabur, presso l’attuale Siria, sono state scoperte delle ENIGMATICHE statuette risalenti a più di 5 mila anni fa!
Ma per capire meglio un mistero è necessario fare un piccolo, si fa per dire, salto indietro nel tempo.
Nella preistoria, all’incirca nel 6000 a.C., in questa zona si trovava un piccolo insediamento dove sono stati rilevati materiali della tarda cultura neolitica chiamata Halaf, caratterizzata da vasellame dipinto con motivi geometrici e animali (1).
L’occupazione del sito è durata fino all’epoca proto-storica, ossia fino al IV millennio a.C., momento a cui risale la scoperta di uno dei ritrovamenti più importanti del sito: un TEMPIO dedicato ad una DIVINITÀ SCONOSCIUTA! Esso risultava essere costruito intorno al 3500–3300 a.C., privo di fondamenta, ma appoggiato su resti di strutture precedenti, edificando un 'tell' ossia una collina artificiale formata, appunto, da un antico insediamento (2). L’accesso al Tempio avveniva per mezzo di una scalinata che, forse, circondava il lato orientale della piattaforma; e dico forse poiché il complesso fu distrutto a causa di qualche attacco.

Tra il 1937 e il 1938, durante gli scavi compiuti dall’archeologo britannico Sir Max Mallowan (3), vennero rinvenuti centinaia di piccole figurine soprannominate “Idoli oculari”, caratterizzati da uno o più paia di occhi intagliati. Da qui il nome: TEMPIO DELL’OCCHIO (4).
Esse rappresentano figure antropomorfe, dal corpo trapezoidale e dotate di grandi occhi. Sono state realizzate in alabastro bianco o nero e le loro dimensioni vanno dai tre ai sei centimetri di altezza. Hanno una certa varietà di decorazione e quindi, secondo i ricercatori, ci sono dei tratti che gli autori hanno voluto personalizzare. In particolare gli idoli sono stati raggruppati in diverse tipologie: alcuni possiedono un solo paio di occhi; altri hanno tre, quattro o sei occhi; in altre statue sono incise delle piccole figure di bambino mentre in altri ancora gli occhi sono forati di traverso. Inoltre, nei pochi frammenti rimasti della decorazione interna del Tempio, è frequente la figura dell’occhio, suggerendo che veniva considerato come un potente simbolo magico e religioso (5).

Indubbiamente sono reperti molto affascinanti che ci fanno vivere un’atmosfera fuori dal tempo, quasi di un altro mondo. La funzionalità, la simbologia e il motivo per cui furono scolpite ancora oggi rimangono un MISTERO.
Qualche sostenitore della Teoria degli ANTICHI ASTRONAUTI afferma che potrebbero essere spiegati come rappresentazioni di oggetti o di esseri provenienti da mondi lontani che ci hanno raggiunto, studiato, per alcuni istruito e aiutato, per altri addirittura creato, manipolando i geni dei nostri primitivi antenati (6).
Gli archeologi e altri studiosi spiegano, invece, che il gran numero di idoli oculari ritrovati e le loro dimensioni suggeriscono che siano stati lasciati nel Tempio come offerte per ringraziare gli Dei di qualche favore ricevuto. Tra l’altro, quando li guardiamo, la nostra attenzione è molto probabile che sia rivolta ai loro OCCHI SPALANCATI ed è forse questo che, a mio parere (da non esperta), può trarre in inganno e far credere che siano esseri di altri mondi; a prescindere che esistano o meno gli extraterrestri. Infatti, per comprendere a pieno un mistero bisogna anche conoscere gli aspetti culturali di quel luogo e, in questo caso, è interessante sapere che rappresentare le figurine con grandi occhi spalancati, per questo popolo, era un modo per dimostrare ATTENZIONE verso gli Dei (7).

Questa interessante peculiarità la possiamo vedere anche nelle STATUE degli ORANTI, datate tra il 2900 a.C. e il 2500 a.C. e rilevate nel monticello di Tell Asmar (attuale Iraq), tra il 1933 e 1934, grazie agli scavi dell’archeologo ed egittologo olandese Henri Frankfort (8). Esse vennero chiamate in questo modo per via della loro posizione di preghiera e venivano collocate nei luoghi di culto in modo da rappresentare la persona reale che, essendo ad esempio a lavorare, non avrebbe potuto adempiere al suo debito di preghiera. Nel Tempio dedicato al Dio Abu (9) vennero trovati dodici esemplari di queste statuette che furono seppellite intenzionalmente sotto al pavimento in prossimità dell’altare.

In particolare, sono statuette fatte in calcare, alabastro o terracotta con inserti in conchiglia o in pietre dure. Gli occhi sgranati e le mani accostate comunicano l'atteggiamento di adorazione del fedele. Mentre le piccole dimensioni di queste statuette vogliono dimostrare l'inferiorità dell'essere umano rispetto alla divinità (10). Su alcune di esse è riportato un nome e un messaggio di supplica personalizzato (11).
Inoltre, un altro aspetto da tener presente, è che l’immagine dell’occhio, in virtù della sua importanza quale ORGANO DI SENSO, simboleggia presso quasi tutti i popoli l’occhio divino che vede tutto. Ad esempio esso compariva abitualmente come raffigurazione del Dio Sole; nella religione egizia come “l’occhio di HORUS” oppure nel Buddismo il Buddha viene chiamato “l’occhio del mondo”. Nell’iconografia medievale e rinascimentale l’occhio, spesso racchiuso in un triangolo (12), rappresentava l’immagine della Trinità cristiana. Oppure l'occhio compare nella iconografia standard dei massoni nel 1797, con la pubblicazione del Freemasons Monitor di Thomas Smith Webb. Qui rappresenta l'occhio di Dio che tutto vede ed è un monito al fatto che ogni pensiero e azione di un massone sono osservati da Dio (a cui ci si riferisce, nella MASSONERIA, come Grande Architetto dell'Universo) (13).

Con questa carrellata di simbologie inerenti all’occhio, non voglio dimostrare con assoluta certezza che la funzione degli idoli fosse divinatoria, ma solo far capire che, di fronte ad un mistero, non dobbiamo fornire la spiegazione più immediata, quella che ci fa più comodo o quella che conosciamo meglio, ma documentarci anche su altri aspetti.
Come dire che una torta non è fatta solo di zucchero.
Alla prossima.
Aria Shu.
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Note dell’articolo:
(1) Dall’enciclopedia online Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/tell-halaf_(Dizionario-di-Storia)/
(3) Una piccola curiosità: l’archeologo era il marito della famosissima scrittrice di romanzi gialli Agatha Christie.
(8) Frankfort, H., “Sculpture of the third millennium B.C. from Tell Asmar and Khafājah”, Chicago by University of Chicago Press, 1939.
(9) Uno degli dei minori della mitologia sumera, il cui nome significa Padre delle Piante e della Vegetazione.
(10)https://it.wikipedia.org/wiki/Oranti#:~:text=Gli%20oranti%20sumeri%20sono%20statuette,atteggiamento%20di%20adorazione%20del%20fedele.
(11) Articolo on line di Martina Tapinassi: https://www.storieparallele.it/le-statuette-degli-oranti/ tratto dal libro “La storia dell'arte - Le prime civilta' 1”, AA.VV., Electa, Milano, 2006.
(12) Il triangolo equilatero è il corrispondente geometrico del numero 3, che universalmente rappresenta la perfezione.
Fonti articolo:
-Dall’enciclopedia online Treccani: https://www.treccani.it/enciclopedia/tell-halaf_(Dizionario-di-Storia)/
- Frankfort, H., “Sculpture of the third millennium B.C. from Tell Asmar and Khafājah”, Chicago by University of Chicago Press, 1939.
-https://it.wikipedia.org/wiki/Oranti#:~:text=Gli%20oranti%20sumeri%20sono%20statuette,atteggiamento%20di%20adorazione%20del%20fedele.
- Articolo on line di Martina Tapinassi: https://www.storieparallele.it/le-statuette-degli-oranti/ tratto dal libro “La storia dell'arte - Le prime civilta' 1”, AA.VV., Electa, Milano, 2006.
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