Privacy Policy Termini e Condizioni
top of page

UNA PREISTORICA FIGURA SI MOSTRA SU UN ALTOPIANO INFUOCATO DEL DESERTO DEL SAHARA, IN ALGERIA. È IL “DIO MARZIANO” DI TASSILI, UN PITTOGRAMMA CHE PARE EVOCARE IL CONTATTO CON ESSERI DI ALTRI MONDI.

  • Immagine del redattore: Aria Shu
    Aria Shu
  • 21 lug
  • Tempo di lettura: 6 min

Aggiornamento: 22 lug

ree

Nel sud-est dell’Algeria, vi è un massiccio montuoso chiamato Tassili N’Ajjer, in pieno deserto del Sahara, che si estende per circa 500 chilometri, vicino al confine con la Libia. Una zona che è diventata Parco Nazionale e Patrimonio dell’Umanità UNESCO poiché sono stati scoperti interessanti e MISTERIOSI pittogrammi appartenenti all’arte primitiva (1).

Anche se oggi sembra impossibile, questo deserto, tra 12.000 e 2.000 anni fa, aveva un clima più umido, la terra era più FERTILE, brulicante di vita ed era molto simile all’attuale savana. Qui vissero e si svilupparono diverse civiltà preistoriche che dipinsero nelle grotte e nelle pareti oltre 8.000 disegni che oggi si possono ammirare (2) (3). In seguito, per via di importanti mutamenti climatici, questo territorio divenne desertico (4).

ree

Ma arriviamo a tempi più recenti. Nel 1932, un giovane colonnello francese amante del deserto, Charles Brenans, in una scarpata del Tassili scoprì tali incisioni raffiguranti esemplari di FAUNA AFRICANA selvaggia (buoi, elefanti, giraffe, rinoceronti, antilopi, leoni) oltre a numerose e diverse figure antropomorfe. La scoperta di Brenans attirò l’attenzione degli specialisti e nel 1956 l’etnologa svizzera Yolande Tschudi pubblicò la prima monografia dedicata a quest’arte (5).

Quello stesso anno l’archeologo francese Henri Lhote organizzò una grande spedizione sull’altopiano del Tassili e si fece accompagnare da un gruppo di pittori entusiasti, tra i quali il milanese Gianni Frassati. Essi lavorarono per ben 15 mesi, sotto un cielo azzurro ma con un sole cocente, ricopiando scrupolosamente, studiando e catalogando una grandissima quantità di graffiti e dipinti rupestri (6).

Uno scorcio dell'altopiano di Tassili
Uno scorcio dell'altopiano di Tassili

Ne trovarono migliaia, disseminati nei labirinti di pietra di località come Séfar, Awanrhet, Jabbaren e il risultato di questo faticoso lavoro fu presentato tra il 1957 e il 1958 al Museo delle Arti Decorative di Parigi, allestendo “una delle esposizioni più importanti della seconda metà del XX secolo”, secondo lo scrittore francese André Malraux (7).

 

Le rappresentazioni prese in esame possono essere classificate in 5 PERIODI, che vanno dalla prima fase, detta del “Bubalico” (8) che va dal 10.000 al 6.000 a.C., all’ultimo periodo detto “Camelino” (9), che ebbe inizio dopo il 400 a.C. e arriva ad oggi. In tutte queste fasi sono raffigurati animali ormai scomparsi nel Sahara, scene di caccia e di sesso, una popolazione di pastori di pelle nera insieme a un'altra di colorito chiaro, dèi dalla testa d'uccello, carri da caccia e da battaglia dei mitici Garamanti (10).

ree
ree

Ma le raffigurazioni che ci trasmettono stupore appartengono al secondo periodo, chiamato “PERIODO DELLE TESTE ROTONDE” (dall’8000 al 6000 a.C. e suddiviso a sua volta in fase iniziale, media e finale) (11) in quanto sono rappresentate figure stranissime di esseri umani con, appunto, teste rotonde apparentemente vuote e rivestite spesso con “strani abiti” (12). Secondo i fautori della Teoria degli Antichi Astronauti, questa fase artistica corrisponderebbe all'epoca degli sbarchi di visitatori da altri mondi e le teste tonde sarebbero rappresentazioni di caschi spaziali (13).

Fase iniziale del “Periodo delle teste rotonde”.
Fase iniziale del “Periodo delle teste rotonde”.
Fase media del "Periodo delle teste rotonde"
Fase media del "Periodo delle teste rotonde"
Fase finale del “Periodo delle teste rotonde”
Fase finale del “Periodo delle teste rotonde”

Tra tutti i pittogrammi uno in particolare, inciso sul massiccio del Jabbaren, attirò l’attenzione dell’archeologo Lhote. Esso è alto circa sei metri e, agli occhi dello studioso, sembra rappresentare uno stranissimo individuo umanoide ricoperto da una strana tuta e con la testa coperta da una sorta di scafandro (14). Il ricercatore francese chiamò questa figura: “IL GRANDE DIO MARZIANO” sostenendo che potesse essere una divinità proveniente da Marte: “La si può senz’altro considerare una delle più grandi pitture preistoriche fino ad oggi conosciute. […] Il contorno è semplice, senz’arte, e la testa è rotonda; in essa l’unico particolare indicato è un duplice ovulo al centro; particolare che evoca l’immagine che noi comunemente ci facciamo dei Marziani! Che titolo sensazionale per un servizio giornalistico! Perché se i Marziani hanno mai messo piede nel Sahara, questo dovrebbe risalire a molti secoli fa, dato che questi affreschi del Tassili raffiguranti uomini dalla testa rotonda sono, a quanto ne sappiamo, tra i più antichi(15).

Solo in seguito lo stesso archeologo (16) cambiò idea affermando che si trattò probabilmente di una raffigurazione di un uomo con un copricapo di origine rituale.


Il grande dio marziano di Tassili
Il grande dio marziano di Tassili

 Ma ANALIZZIAMO meglio questa figura primitiva e, al tempo stesso, dall’apparenza moderna. In effetti, se lo guadiamo con il nostro bagaglio culturale che ci siamo costruiti fin dalla nascita, non possiamo non pensare (non fate gli splendidi, lo pensano in tanti!) che il cosiddetto “casco” del pittogramma aderisca al resto del corpo grazie a quelle che sembrano delle giunture a incastro, mentre il resto del corpo ci pare essere la rappresentazione di una qualche tuta spaziale simile a quelle dei nostri odierni astronauti (17).

ree

Tutte queste analogie non hanno fatto altro che scatenare alcune interpretazioni di studiosi e appassionati delle teorie delle influenze aliene, che confermano la presenza di esseri superiori sul nostro pianeta, avvenuta in epoca preistorica (18).

Giunti a questo punto potremmo chiederci come avrebbe potuto un uomo preistorico rappresentare un essere con tanto di casco e tuta? Inoltre, chi sarebbe il gigantesco individuo rappresentato su quella roccia? (19)

Ebbene potremmo dire che, in generale, 2 sono le IPOTESI razionali che permettono di fare chiarezza su questo mistero:

1.Per gli studiosi di cultura sciamanica i pittogrammi sono da attribuire all’estasi derivata dall’uso di sostanze allucinogene che facilmente, da un punto di vista puramente artistico, potremmo assimilare alle “danzatrici” di Matisse o ad un quadro di Chagall (20).

ree

2. Alcuni ricercatori antropologi hanno immortalato nella zona presso il lago Ciad l’usanza della popolazione attuale di SEPPELLIRE I CORPI dei defunti ricoperti di bende e con la testa coperta da una giara.

Nella raccolta fotografica intitolata 1900. L'Afrique découvre l'Europe, dello storico Eric Baschet, si riporta la sequenza di un funerale, fotografata nella regione del lago Ciad, circa nel 1920. La didascalia è la seguente: “Un uomo è morto. Il cadavere è avvolto con fasce di cotone, legato con strisce di cuoio bovino, rivestito d´una tunica. Poi viene fatto scivolare in una stretta tomba e viene poi sepolto in posizione seduta, con la testa coperta da una grande giara di terracotta(21).

ree
ree

Quindi, “TIRANDO LE SOMME”, se mettiamo a confronto la nostra immagine di 10000 anni fa dipinta sulle montagne sahariane e la foto che fa vedere il trattamento rituale riservato al morto dagli eredi degli antichi abitanti di Jabbaren, non possiamo non ammettere che sono praticamente uguali; e che quel “dio marziano” è sì un viaggiatore ma non di mondi interstellari ma del presunto Aldilà.


Alla prossima.

Aria Shu.



 

 

 Copyright © 2024-2025, “www.mondidiaria.com” – Tutti i diritti riservati.




Note dell’articolo:

(4) Articolo online di Alberto Arecchi per l’Associazione culturale Liutprand: https://www.liutprand.it/Tass1.pdf

(5) Articolo online di Hugo Alexander van Teslaar: https://www.storicang.it/a/pitture-rupestri-sahara-larte-tassili-najjer_14757

(8) È così chiamato per la frequente rappresentazione del Bubalus antiquus, ma include anche altre specie animali tipiche della fauna locale e qualche rara figura umana (articolo online di Edoardo Ratti: http://www.archeolink.it/Acacus_al.pdf)

(9) È chiamato così per le numerose raffigurazioni con il cammello, l’unico animale in grado di sopravvivere nel Sahara e di essere utile alla popolazione (articolo online di Orsola Grasso: https://slideplayer.it/slide/953317/ )

(10) Articolo online di Alberto Arecchi per l’Associazione culturale Liutprand: https://www.liutprand.it/Tass1.pdf

(11) Per approfondimenti si veda l’articolo online di Edoardo Ratti: http://www.archeolink.it/Acacus_al.pdf

(16) Spesso l’archeologo Lhote ha contraffatto delle prove e reperti archeologici per convalidare le sue teorie. Si veda l’articolo online di Simone Barcelli: https://www.storieedintorni.it/2023/03/29/le-misteriose-pitture-rupestri-del-tassili/  

(21) Articolo online di Alberto Arecchi per l’Associazione culturale Liutprand: https://www.liutprand.it/Tass1.pdf



Fonti articolo:

- Articolo online di Alberto Arecchi per l’Associazione culturale Liutprand: https://www.liutprand.it/Tass1.pdf 

-Articolo online di Edoardo Ratti: http://www.archeolink.it/Acacus_al.pdf

-Articolo online di Orsola Grasso: https://slideplayer.it/slide/953317/



Fonti immagini: le immagini che trovi nel mio blog sono state prelevate da internet in molteplici copie e in siti senza copyright. Nel caso in cui, inavvertitamente, avessi pubblicato immagini coperte da copyright, mi scuso in anticipo e ti chiedo di comunicarmelo immediatamente. Grazie!

 

 
 
 

Commenti


© 2006-2021 Wix.com, Inc
bottom of page
Termini e Condizioni