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Immagine del redattoreAria Shu

UNO STRANO OGGETTO È RAPPRESENTATO TRA ANTICHI TESTI INDUISTI, SCULTURE E FOGLIE DI PALMA. È IL VIMANA, CHE SEMBRA UNA MACCHINA IN GRADO DI VOLARE E IMMERGERSI SOTT’ACQUA. MA È REALE O PURA FINZIONE?

Aggiornamento: 18 giu

Oggi vi chiedo di fare un viaggio lontano e di portare la vostra mente indietro nel tempo ed esattamente nel secondo secolo a.C., nell’esotica India. All’epoca le tradizioni e le mitologie erano impregnate dalle grandi guerre tra Dei e demoni, minuziosamente narrate e illustrate in svariati poemi, tra cui ad esempio: il testo sacro Ramayana (“Il cammino di Rama, incarnazione terrena del dio Visnu”) (1) e nel Mahabharata ("La grande storia dei discendenti di Bharata", un personaggio della mitologia indiana) (2).

Ebbene in questi racconti, ma anche su ampi affreschi, foglie di palma, complessi monumentali vi è una rappresentazione che richiede particolare attenzione poiché è spesso protagonista tra le cronache di battaglie fantastiche.

Esso viene chiamato Vimana, che in sanscrito può assumere DIVERSI SIGNIFICATI in base al contesto e all’epoca di riferimento. La traduzione più antica è di “oggetto che attraversa il cielo” o comunque un oggetto genericamente volante, in grado di volare in aria e immergersi sott’acqua!


A sinistra: la scultura del vimana è come un tempio che vola nel cielo. A destra: il vimana vola nel cielo. Sotto:è raffigurato tre volte, due volte volando nel cielo e una volta atterrando a terra.

Presso alcuni importanti complessi scultorei, come ad esempio nel tempio di Kailasa (760 d.C.), vicino Mumbai, i Vimana sono stati rappresentati come carri con ruote infuocate, trainati in volo da quattro cavalli. In altri, invece, sono illustrati come edifici capaci di spostarsi tramite ruote o fiamme. Oppure, in testi come il Ramayana, si narra che perfino l’eroe Rama ne possedesse uno chiamato Pushpaka Vimana e, con esso, si spostasse nei cieli con una certa velocità da una città all’altra (3)

Quindi, nel corso del tempo, spesso ci si chiese se i Vimana fossero effettivamente carri capaci di volare, come veniva descritto nei testi sacri oppure si trattasse puramente di oggetti fantastici e quindi relegati solo alla mitologia (4).

 

L'immagine sopra è un dipinto induista mentre quella sotto è una riproduzione di un macchinario volante.

Ma ecco che nel XX secolo apparve un nuovo “elemento”, il quale fece riemergere altre dispute tra chi era scettico e chi fiducioso sulla possibilità che fossero macchine volanti. Quindi il mistero inizia a farsi più ingarbugliato e, tra varie peripezie, interpretazioni e traduzioni, qui si necessita del mio solito ossessivo elenco puntato che ne ripercorre le varie EVOLUZIONI.

 

1.Come vi dicevo, nei primi anni del Novecento, ci fu una svolta: un saggio hindu dal nome per me impronunciabile Pandit Subbaraya Shastri rivelò a un suo giovane discepolo di essere in possesso di importanti informazioni sulla vera natura dei Vimana, fornitegli tramite "canalizzazione" (channeling) e scrittura automatica.


In particolare, dal 1918 al 1923 e sotto dettatura di un antico spirito, il saggio Shastri scrisse il testo in sanscrito Vimanika Shastra (ossia “Scienza dell’Aeronautica”) in cui si afferma che i Vimana, citati nei testi vedici dell'antica India, sarebbero stati degli avanzati velivoli simili ai moderni razzi. È riportata qui ogni sorta di nozione, dalla più generica alla più specifica, riguardo l’aspetto, le funzioni, gli strumenti e le specifiche tecniche delle macchine volanti, compreso un “manuale d’istruzioni” per i piloti con ben trentadue regole a cui doversi attenere per poter portare il mezzo (5).

 

2.L'esistenza del testo fu resa pubblica nel 1952 tramite un comunicato stampa diramato da G. R. Josyer, fondatore, nel 1951, dell'International Academy of Sanskrit Research nella città di Mysore.  

 

3.La credenza secondo cui i Vimana fossero veramente antichi aeroplani iniziò ad intensificarsi e a diffondersi nel 1959, quando venne pubblicato il libro Brihad Vimana Shastra, di Swami Brahmamuni Parivrajaka. Esso fu poi tradotto in inglese da G. R. Josyer e pubblicato nel 1973 con il titolo di Vaimanika Shastra (6). Rispetto a quest’ultima opera, vennero successivamente aggiunte delle illustrazioni da un disegnatore della locale università di ingegneria a Bangalore: T. K. Ellappa (7).

 

Un'illustrazione dello Shakuna Vimana che dovrebbe volare come un uccello con ali e coda incernierate. (T.K.Ellappa)

4.Nel gennaio del 2015 il capitano Anand J. Bodas, un pilota di aerei in pensione, e l'insegnante Ameya Jadhav hanno tenuto una conferenza intitolata Antiche tecnologie di aviazione indiana (8), dove hanno spiegato che settemila anni fa esistevano in India enormi aeroplani in grado di viaggiare da un continente all'altro. A differenza degli Oopart (Out Of Place ARTifacts, “manufatti, reperti fuori posto”), in questo caso non abbiamo a che fare con un vero e proprio artefatto. Infatti non ci sono oggetti che confermano la prova della loro esistenza, ma dobbiamo affidarci agli antichi testi in sanscrito che descriverebbero la perduta tecnologia.

 

Ordunque siamo giunti nel presente e, riguardando tutto il percorso che questo presunto oggetto ha fatto dall’antichità fino ad arrivare ad oggi, non riesco a non esprimere qualche critica; e vi spiego il perché.

 

1.Rispetto al primo punto, avrei da obiettare sull’affidabilità della tecnica usata da Pandit Subbaraya Shastri, ossa il channeling o scrittura automatica, per ottenere informazioni sui Vimana. Queste nozioni ovviamente non provengono da prove concrete ma, se ci pensiamo, da pratiche che potrebbero essere intrise di soggettività, di emozioni, di desiderio che quell’entità si metta in contatto con noi e ci dica quello che vogliamo sentirci dire. Scusate la franchezza!

 

2.Rispetto al secondo punto, il testo Vimanika Shastra, scritto, diciamo, dal “medium”, venne diffuso nel 1952 attraverso un comunicato stampa dal fondatore dell’International Academy of Sanskrit Research, ossia G. R. Josyer. Quindi mi chiedo: quest’ultima persona che cosa ha divulgato? Delle prove concrete oppure delle possibili suggestioni, emozioni, aspettative, ecc.? Inoltre, vorrei sottolineare che non esistono, oltre a questo testo, altre opere, comprese quelle antiche, con le medesime descrizioni (9).

 


3.Rispetto al terzo punto, se notate ho citato due rimaneggiamenti del testo (tra cui una traduzione), anche se ce ne sarebbero stati di più. Sono dettagli che spesso, in generale, non vengono molto considerati ma che in realtà secondo me meritano molta attenzione. Credo che a volte le rielaborazioni della stessa opera perdano per strada il suo significato “originale”, nel senso che ogni autore quando la riscrive comunque fornisce, anche se in minima parte, un suo modo di vedere lo stesso oggetto di studio.


Per quanto riguarda la descrizione dei Vimana riportata in questi testi, diciamo del XX secolo, secondo il neurologo Steven Novello: “le macchine descritte non avrebbero mai potuto volare. Sono fantasiosi e non hanno alcuna conoscenza dell'aerodinamica o di qualsiasi meccanismo plausibile per il sollevamento, la propulsione o il controllo. Nel testo non viene descritta la conoscenza di base necessaria per progettare e costruire tali macchine. Descrivono semplicemente macchine che non potrebbero volare, mancando di dettagli sufficienti, e i dettagli che forniscono sono contraddittori e privi di senso(10).

 


4. Rispetto al quarto punto mi chiedo: se i Vimana sono stati rappresentati in numerose opere antiche e alcune persone sostengono che siano delle antiche macchine volanti… Dove è la prova della loro esistenza? Mi sembra di capire che non esiste neanche l’ombra di oggetti di questo tipo…

In molti blog che ho letto spesso si riportano parti di testi induisti antichi dove si parla di queste macchine… Ma mi chiedo: siamo sicuri che la traduzione dalla lingua antica sia corretta? Teniamo presente che il sanscrito moderno è ben DIVERSO da quello vedico (11).

 

D’altronde, come dico sempre per gli OOPart, quando interpretiamo un reperto misterioso lo facciamo con gli OCCHI di oggi, con il nostro background culturale, senza considerare il contesto culturale dell’epoca, ossia del II secolo a.C.: non dimentichiamolo.

 

Concludo con una mia piccola riflessione. Molte persone sono stupite del fatto che, tra le antiche culture, spesso si trovino presunti “oggetti volanti” descritti nei libri antichi o rappresentati in preziosi reperti archeologici; e per questo nutrono la convinzione che appartengano agli alieni. Rispetto a questa caratteristica comune, penso che queste strutture volanti rispecchino, sotto varie forme, l’antico desiderio dell’uomo di riuscire a VOLARE sulla sua Terra, proprio come fanno i volatili.

 


Alla prossima.

Aria Shu.

 

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Note dell’articolo:

(7) Mukunda H.S., Deshpande, S.M., Nagendra, H.R., Prabhu, A. and Govindraju, S.P., A Critical Study of the Work Vymanika Shastra (PDF), in Scientific Opinion, 1974, pp. 5-12. URL consultato il 3 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2011).

(10) Articolo on line di Steven Novella: https://theness.com/neurologicablog/ancient-indian-airplanes/

 

Fonti articolo:

- Mukunda H.S., Deshpande, S.M., Nagendra, H.R., Prabhu, A. and Govindraju, S.P., A Critical Study of the Work Vymanika Shastra (PDF), in Scientific Opinion, 1974, pp. 5-12. URL consultato il 3 settembre 2007 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2011).

 

 

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