
Spesso ad alcuni di noi è capitato di provare la netta e improvvisa sensazione di aver già vissuto quel momento, quella situazione oppure di aver già incontrato una certa persona, nonostante sia la prima volta che la vediamo. Per alcuni istanti ci sentiamo disorientati (1), una sensazione che assomiglia a quella del sogno, ma con la differenza che, mentre in quest’ultimo scambiamo l’ALLUCINAZIONE per realtà, nel déjà-vu prendiamo la REALTÀ per allucinazione. Potremmo anche dire che il déjà-vu è una sorta di “SOGNO ROVESCIATO” (2)!
L’espressione francese déjà-vu, ovvero “già visto”, è abbastanza recente poiché è stata inventata nel 1876 dallo psicologo francese Emile Boriac, ma il fenomeno ha origini ben più antiche. Se diamo uno sguardo al passato, questa esperienza è stata spiegata da alcuni filosofi dell’antica Grecia, come ad esempio Pitagora. Egli infatti spiegava che a costituire il déjà-vu erano ricordi della vita precedente, poiché le ANIME TRASMIGRAVANO da un corpo ad un altro. In particolare, egli affermava di essere capace di ricordare tutte le sue esistenze passate e quelle dei suoi discepoli, attraverso un esercizio quotidiano di risalita nei ricordi: da quelli più recenti a quelli più antichi (3).

Opinione molto diversa invece fu quella di Aristotele, il quale sosteneva che il déjà-vu era uno STATO CONFUSIONALE, secondo cui chi lo sperimentava non riusciva a distinguere l’immagine ricordata e l’oggetto a cui essa rinvia. Per lo studioso questa esperienza era probabilmente dovuta ad un disturbo psichico (4).
Nei secoli successivi questo fenomeno ha preso altri significati, basta ad esempio pensare che, nel Medioevo, per il teologo Agostino il déjà-vu era considerato come TENTAZIONE DIABOLICA. Nello specifico, per il Padre della Chiesa esso era una falsa reminiscenza provocata dagli influssi degli spiriti maligni per indurre l’essere umano nell’inganno (5).

Attualmente, per coloro che credono nel paranormale l’ipotesi della REINCARNAZIONE è ancora in voga ma alcuni parapsicologi avanzano altre spiegazioni (6). In particolare:
1. Potrebbe essere un TRASFERIMENTO TELEPATICO di certe informazioni da una mente all’altra, ovvero una persona dovrebbe ricevere, senza rendersene conto, delle informazioni di altri che hanno già vissuto quella situazione (7).
2. Potrebbe essere un episodio precognitivo, ossia di PREVISIONE DEL FUTURO o, meglio, la persona avrebbe visto prima in un sogno premonitore (8) quel determinato evento che poi avrebbe riconosciuto nella realtà (9) (10).
3. Altri studiosi del campo ritengono che l’individuo “abbia ricevuto”, come un medium, un déjà-vu che proviene da pensieri e sensazioni di ALCUNE ENTITÀ, in riferimento al luogo in cui ci si trova la prima volta (11).
Rispetto a queste spiegazioni fornite dagli studiosi del paranormale, mi chiedo: ma siamo sicuri che quando abbiamo un déjà-vu la spiegazione sia sempre da attribuire al paranormale? Proprio TUTTE le volte? Ogni tanto potremmo essere anche noi ad ingannarci?

È vero che ancora oggi NON C’È un’unica interpretazione capace di spiegare il fenomeno (12), ma possiamo comunque vedere quali sono alcuni TRANELLI che ci portano a credere a un déjà-vu quando in realtà potrebbe non esserlo.
1. Per gli psicoanalisti quello che crediamo sia la prima esperienza in realtà sarebbe già successo veramente, solo che non ce lo ricordiamo per vari motivi. Questo CONTENUTO DIMENTICATO può riaffiorare alla nostra coscienza e creare la sensazione di familiarità tipica del déjà-vu (13).
2. Un’altra interpretazione psicologica è che esso sia un ERRORE DELLA MEMORIA, detto anche paramnesia, ossia un ricordo falsato o, meglio ancora, un ricordo totalmente creato dal nostro cervello. In questo caso il senso di riconoscimento o di sensazione quando è invece una prima esperienza, sarebbe in realtà un errore (14).
3. Nel 1890 lo psicologo americano William James affermava che il déjà-vu potrebbe essere riconosciuto come un caso di criptomnesia. La sensazione di aver già visto quella persona o già vissuto una scena sarebbe provocata da un INPUT (ossia una spinta, una sollecitazione), MOLTO SIMILE a qualcosa che abbiamo veramente vissuto nel passato e scambiamo come ricordo (15). Ad esempio un input può essere provocato da una persona che assomiglia molto ad un nostro amico.

4. Il déjà-vu può essere spiegato attraverso la teoria dell’EMOZIONE DISSOCIATA, ossia una o più situazioni nuove possono risvegliare in noi certe emozioni che abbiamo provato in passato, creando una sensazione di familiarità (16). Esempio è il caso di un odore che colleghiamo, ma senza rendercene conto, ad un ricordo.
5. Lo psicologo Pierre Jane, vissuto tra Ottocento e Novecento, sosteneva che il déjà-vu non era tanto dovuto al ricordar male un’esperienza passata, ma al nostro MODO SBAGLIATO DI PERCEPIRE la situazione nuova. Così il cervello immagazzina le nuove informazioni, le confronta con il suo archivio e decide se riconoscerle o meno (17).
6. Un’altra interpretazione è stata data nel 1844 del medico inglese Wijian, il quale ha suggerito che il déjà-vu è riconducibile alla cosiddetta ASINCRONIA EMISFERICA. In altre parole, la sensazione che ci sia già una prima esperienza forse va ricercata nel fatto che i due emisferi cerebrali non lavorano sempre in sincronia.
Se l’informazione esterna raggiunge l’emisfero destro prima di arrivare all’emisfero sinistro, allora l’elaborazione dello stimolo di quest’ultimo emisfero, può portare ad avere una sensazione di familiarità e di riconoscimento poiché già conosciuto dall’emisfero di destra. È come una sorta di piccolo CORTO CIRCUITO neuronale (18).

In conclusione, dopo questo ventaglio di ipotesi, da quelle più paranormali a quelle più scientifiche, come consideriamo quindi il déjà-vu? Un “segno del paranormale” o “uno scherzo del cervello” (19)? Una risposta non c’è ma, a mio parere, per capire meglio che cosa c’è di paranormale in questi tipi di fenomeni è meglio partire da ciò che conosciamo…senza distogliere lo sguardo dal MARE DELL’INGNOTO.
Alla prossima.
Aria Shu.
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Note dell’articolo:
(1) Bodei, R., Piramidi del tempo, edizioni Il Mulino, Bologna, 2006, p. 8.
(2) Bodei, R., Piramidi del tempo, edizioni Il Mulino, Bologna, 2006, p. 9.
(3) Bodei, R., Piramidi del tempo, edizioni Il Mulino, Bologna, 2006, p. 13.
(4) Bodei, R., Piramidi del tempo, edizioni Il Mulino, Bologna, 2006, p. 14.
(5) Bodei, R., Piramidi del tempo, edizioni Il Mulino, Bologna, 2006, p. 14.
(6) Centini, M., L’anima alla scoperta del principio della vita, Xenia edizioni nella coll. I tascabili, Milano, 2009, p. 97.
(7) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, p. 103.
(8) Per approfondimenti rimando al mio articolo riguardo ai sogni premonitori: https://www.mondidiaria.com/post/sogni-premonitori-come-faccio-a-distinguerli-da-quelli-normali-ci-sono-delle-strategie-per-capirlo
(9) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, p. 103.
(10) Centini, M., L’anima alla scoperta del principio della vita, Xenia edizioni nella coll. I tascabili, Milano, 2009, p. 97.
(11) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, p. 103.
(12) Da un punto di vista neurologico, è stato scientificamente confermato che il déjà-vu è vissuto come uno dei sintomi che precedono un attacco di epilessia, oltre che essere anche presente in pazienti psichiatrici, in particolare negli schizofrenici (Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, pp. 112-113).
(13) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, p. 104.
(14) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, pp. 106-107.
(15) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, p. 107.
(16) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, p. 111.
(17) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, pp. 108-109.
(18) Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000, p. 111.
(19) Citazione dal sito https://www.7giorni.info/cultura/tutto-sul-deja-vu-segno-del-paranormale-o-scherzo-del-cervello.html
Fonti dell’articolo:
-- Bodei, R., Piramidi del tempo, edizioni Il Mulino, Bologna, 2006.
-- Polidoro, M., Il sesto senso. Strani fenomeni di vita quotidiana, Edizioni Piemme, Milano, 2000.
-- Centini, M., L’anima alla scoperta del principio della vita, Xenia edizioni nella coll. I tascabili, Milano, 2009.
https://www.7giorni.info/cultura/tutto-sul-deja-vu-segno-del-paranormale-o-scherzo-del-cervello.html
https://www.mondidiaria.com/post/sogni-premonitori-come-faccio-a-distinguerli-da-quelli-normali-ci-sono-delle-strategie-per-capirlo
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