Come molti di voi sapranno, Excalibur era il nome della spada di re Artù che fu consegnata al sovrano da una mano misteriosa uscita dal lago e poi al lago restituita dopo la sua morte da Sir Bedivere. Ma prima di Excalibur, Artù aveva un’altra spada che, grazie a mago Merlino, riuscì ad ESTRARRE DALLA ROCCIA, come per incanto, nonostante vi fosse imprigionata da tempo! Secondo le leggende, questa spada andò poi distrutta in battaglia e sostituita con Excalibur (1) (2).
Ma se vi dicessi che la spada nella roccia esiste veramente? Che non è solo leggenda? Che si trova non in Inghilterra bensì in Italia? Sarebbe veramente incredibile! Cerchiamo di scoprirlo insieme seguendo alcune tappe fondamentali, come se dovessimo ricercare una sorta di “Santo Graal” (3)!
Ebbene per scovare la nostra vera SPADA NELLA ROCCIA dobbiamo raggiungere l’abbazia di San Galgano, vicino a Chiusdino, in provincia di Siena. Un luogo straordinario in cui energie, equilibrio e sacralità si proiettano in VERTICALE verso il cielo. Un’emozione unica ma che diventa ancora più intensa tenendo conto che tale costruzione cistercense, edificata tra il 1220 e il 1268, è SENZA TETTO e quindi offre a chi la guarda a NASO IN SU, la sensazione di essere più vicino alla Divinità.
Ovviamente il fatto che l’edificio sia scoperchiato non è fatto di proposito ma pare che nel 1786 un fulmine colpì il campanile della chiesa facendolo crollare sul tetto dell’abbazia oramai abbandonata. Sì, perché purtroppo questo gioiello sconsacrato ebbe una certa fama e autorevolezza fino al XIV secolo, grazie al sostegno economico dall’imperatore Federico II, alchimista e ricercatore del Graal, ma poi ebbe un lento e progressivo declino nel tempo (4). Da allora l’abbazia al posto del pavimento ha un PRATO D’ERBA e oltretutto è a cielo aperto! Direi molto suggestivo!!!
Il vero MISTERO però non è proprio qui!! Infatti, una volta raggiunta l’abbazia dobbiamo spostarci a poche centinaia di metri sulla collina, a Montesiepi, che domina la vallata. Lassù sorge una ROTONDA (Cappella di San Galgano), ossia un edificio a base circolare coperto da una cupola risalente circa al 1185, al cui interno, rullo di tamburi, troviamo nientepopodimeno che una SPADA IMPRIGIONATA IN UNA ROCCIA! Sì, sì proprio come quella che permise a re Artù di diventare re di Inghilterra (5)! Diciamo che faccio fatica comunque a credere che sia veramente un’arma medievale e non invece ad una semplice attrazione/invenzione turistica, per giunta in Italia! E invece, documentandomi, è proprio originale! Da non credere!
A questo punto mi sorgono alcune DOMANDE… non so a voi! Arriviamo al sodo!
A chi appartiene veramente la spada??? Perché è stata conficcata nella roccia?
Sicuramente questa arma cavalleresca NON apparteneva al sovrano di Camelot, ma a un uomo che si chiamava Galgano Guidotti, un giovane con una vita sregolata, ma che in seguito ad un sogno, dove gli apparì San Michele (6), divenne cavaliere su invito dell’arcangelo. Così egli fece fino ai trent’anni, quando poi ebbe un’altra visione sempre di San Michele che lo conduceva verso un percorso iniziatico e simbolico. Dopo il secondo sogno Galgano vaga sul suo cavallo nei dintorni del paese e nota che la bestia si ferma per ben due volte nello stesso luogo, che corrisponde al suo SOGNO, ovvero sulla collina di Montesiepi! Qui avviene la sua CONVERSIONE! Il cavaliere costruisce una capanna circolare di tronchi e frasche e, PENTENDOSI della sua vita fatta di VIOLENZA, conficca la spada nella roccia, adorandola come croce! Infatti, la Rotonda di cui abbiamo parlato prima è sorta attorno ad un masso che custodisce appunto l’arma. Infine, Galgano divenne eremita ma dopo solo undici mesi muore nel 1181 (7).
Rispetto ai suoi eventi diciamo spirituali, ossia alle visioni di San Michele, vorrei avanzare un’ipotesi da un altro punto di vista. In particolare mi sembra di capire che per Galgano i SENSI DI COLPA erano focali nella sua vita psicologica. Dapprima per un’esistenza scapestrata e poi per troppe violenze compiute durante la sua carriera di cavaliere! Ovviamente non ho fonti attendibili per poter confermare questo aspetto, lo dico solo come una opinione personale!
Ma proseguiamo con altri miei dubbi.
Secondo le leggende di re Artù, perché nella Tavola Rotonda uno dei cavalieri si chiama Galvano? Ma soprattutto che legame c’è tra le leggende di re Artù e la spada nella roccia in Italia?
Detta così, sembra che una delle più celebri saghe britanniche potrebbe avere le sue fonti di origine in Italia. Nonostante questi nomi simili: Galgano e Galvano, si suppone che invece fu la leggenda arturiana ad arrivare fino a noi e lasciare le sue impronte a Chiusdino!
Questa ipotesi viene sostenuta dal fatto che nel XII secolo compare nel nostro Bel Paese un eremita di nome Guglielmo, un nobile cavaliere francese. Nello specifico, l’eremita raccontò che dopo una vita di avventure, si era pentito e aveva cercato perdono a Gerusalemme, ma stabilendosi poi a Malavalle, nelle vicinanze di Grosseto, scomparve nel 1157 (8).
Che dite, ASSOMIGLIA un po’ alla vita del nostro Galgano? Tra l’altro sono della stessa epoca, o per lo meno Guglielmo era più vecchio di Galgano e poi si stabilì anche nella stessa zona!
Quindi a mio parere questo potrebbe essere un altro tassello che ci informa un po’ sulla vita psicologica di Galgano. Mi viene da pensare che fosse, in qualche modo, influenzato dall’esistenza di Guglielmo e che quindi abbia definito o “dato” un contenuto ai suoi sensi di colpa. Ripeto, sono solo mie supposizioni, ma non riesco a fare a meno di dirle! Sopportatemi!
Altra cosa: avete notato la SIMBOLOGIA della spada? C’è differenza tra il significato della spada di re Artù e dell’eremita Galgano! Se ci pensate bene, il significato è l’uno l’opposto dell’altra!!
Infatti, nella storia di Galgano la spada viene conficcata nella roccia come simbolo di pentimento delle sue gesta violente di cavaliere! Mentre Artù sfila la spada nella roccia sancendo così il diritto del giovane figlio di Uter Pendragon al trono di Bretagna (9)!
Ma secondo voi RE ARTÙ è veramente esistito? E il SANTO GRAAL, la coppa leggendaria con la quale Gesù celebrò l'Ultima Cena?
Non ve lo dico, ma ve lo svelerò nelle prossime puntate!!
A presto!
Vostra Aria!!
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Note dell’articolo:
(1) Polidoro, M., Gli enigmi della storia. Un'indagine storica e scientifica da Stonehenge al Santo Graal, Piemme, Milano, 2003, p. 173.
(3) Pinotti, R., Luoghi del Mistero in Italia, De Vecchi Edizioni, Firenze, 2021, p. 71.
(4) Pinotti, R., Luoghi del Mistero in Italia, De Vecchi Edizioni, Firenze, 2021, p. 71; Polidoro, M., Gli enigmi della storia. Un'indagine storica e scientifica da Stonehenge al Santo Graal, Piemme, Milano, 2003, p. 184.
(5) Polidoro M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi d'Italia, Bompiani, Milano, 2018, p. 68.
(6) Come approfondimento vi invito a leggere l’altro mio articolo su San Michele, link: https://www.mondidiaria.com/post/la-linea-dell-arcangelo-michele-un-sentiero-che-riflette-la-presenza-di-un-messaggero-divino
(7) Polidoro, M., Gli enigmi della storia. Un'indagine storica e scientifica da Stonehenge al Santo Graal, Piemme, Milano, 2003, p. 175.
(8) Polidoro M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi d'Italia, Bompiani, Milano, 2018, p. 69.
Fonti articolo:
--Polidoro, M., Gli enigmi della storia. Un'indagine storica e scientifica da Stonehenge al Santo Graal, Piemme, Milano, 2003.
--Pinotti, R., Luoghi del Mistero in Italia, De Vecchi Edizioni, Firenze, 2021.
--Polidoro M. & Bongiorni, F., Atlante dei luoghi misteriosi d'Italia, Bompiani, Milano, 2018.
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