Vi piace Indiana Jones? Siete appassionati di archeologia e misteri? Se non sapete cosa fare per le prossime VANCANZE vi consiglio di andare nella straordinaria Malta, piena di storia millenaria nonché un mix di popoli, tradizioni e religioni.
La Repubblica di MALTA è un arcipelago situato nel Mediterraneo, a 80 chilometri dalla Sicilia, a 284 chilometri dalla Tunisia e a 333 chilometri dalla Libia. La sua storia inizia dal Neolitico lasciandoci misteriosi templi megalitici dedicati alla Dea della fertilità. Una sorta di piccola autostrada strategica per Fenici, Cartaginesi, Romani, Bizantini e altri popoli che hanno lasciato incredibili testimonianze (1). Ed è proprio di “strade” che vorrei trattare ora, poiché c’è un mistero che ancora oggi non è stato risolto: le CART RUTS.
Con questo termine (SOLCHI DI CARRO) si definisce una tipologia molto particolare di “misteriose tracce” lineari di solito parallele e scavate sul terreno, con profondità variabile fino a circa mezzo metro, con profilo a V, U o arrotondato (2). Come già anticipato sono presenti in numerose aree di Malta e Gozo ma la rete più grande si trova a poca distanza dalle scogliere di Dingli, a Misrah Ghar il-Kbir, sito conosciuto anche come Clapham Junction per la somiglianza con lo snodo ferroviario di LONDRA (3).
Tracce simili sono presenti anche in altre AREE mediterranee ad esempio in: Turchia, Tunisia, Libia, Egitto, Spagna, Francia, Grecia, Portogallo, Azzorre, Canarie, Azerbaijan, ma anche in Italia (4) (Siracusa (5), Pompei (6), Pranu Efis in Sardegna (7)).
Innanzitutto uno dei problemi riguardo a questi “binari preistorici” consiste nella DATAZIONE! Diciamo che è scientificamente molto difficile rilevarla e quindi sono state proposte diverse ipotesi da vari studiosi a seconda anche delle teorie condivise. In generale è probabile che le Cart Ruts siano state realizzate nel periodo preistorico, perché rilevate con una certa frequenza nei siti preistorici.
Come ho anticipato all’inizio, visto che ancora oggi questi solchi sono un mistero, potete immaginare le numerose teorie che sono state formulate, soprattutto perché ci sono scarse prove scientifiche. A prescindere da questo, comunque ora espongo le IPOTESI più convincenti.
1. La teoria “UFFICIALE”, ed elaborata dall’inizio della loro scoperta, è quella secondo cui i solchi sarebbero il prodotto del passaggio continuativo di mezzi di trasporto (slitte, carri a due o quattro ruote trainati da animali), avvenuto per secoli. Molti sono stati gli studi e le ipotesi sui veicoli che potevano usare. Per alcuni studiosi questi solchi sarebbero stati realizzati seguendo un preciso “progetto” per fare in modo di facilitare lo spostamento di carri o slitte che trasportavano legna, materiale di cava, pietre ecc. Quindi si può facilmente dedurre che non sarebbero di origine naturale ma create dall’uomo.
Tra l’altro l’ipotesi è formulata perché i solchi sono stati fatti con una certa regolarità: prevalentemente paralleli, che corrono per lunghe distanze (centinaia di metri). Purtroppo, però, questa interpretazione non è così per tutti i siti archeologici (8), poiché i binari si intersecano, si interrompono e per questo avrebbero reso difficile la viabilità. Un lavoro troppo complesso, i cui benefici sarebbero stati di gran lunga inferiori ai danni (9).
Infatti, queste tracce sono state trovate anche in LUOGHI ISOLATI, scomodi alle possibili rotte commerciali e con una profondità eccessiva, spesso con sezione a “V” e che terminano improvvisamente o con percorsi irrazionali (come il fatto che alcuni Carts superano ripide colline quando è più facile raggirarle, ecc. (10)
2. A fronte di queste critiche ovviamente sono state proposte altre interpretazioni, tra cui quella di considerare i solchi come RACCOGLITORI di acqua piovana a scopo agricolo, per bonificare terreni o usati come una sorta di confini.
Ammetto che anch’io ero di questa scuola di pensiero però quando si ha a che fare con un mistero bisogna sempre informarsi sul suo contesto, se è nelle vicinanze di qualche altro reperto in particolare. Quindi, una volta che ho compreso che non sempre erano in prossimità di rotte commerciali, di posizioni comode, ma anche vicini a necropoli e luoghi sacri… Cosa potrà mai essere la terza ipotesi?
3.Più recentemente si è ipotizzato che le Cart Ruts siano “manufatti” non correlati a funzioni pratiche, ma a riti religiosi, in siti “SACRI” particolarmente importanti.
Infatti per l’antropologo bresciano Massimo Frera queste variegate tracce sarebbero, in sintesi: “manifestazione rituale, probabilmente connessa ad un pensiero religioso che aveva al suo centro la riflessione sui poteri della Grande Madre e sull’acqua, sua teofania” (11).
La sua ipotesi è nata servendosi di alcune descrizioni degli storici e dei poeti antichi, come ad esempio: Pausania, Erodoto, Callimaco e anche di incisioni su lamine orfiche e pitagoriche rinvenute nelle tombe romane. Frera nota la presenza di antichi culti collegati all’acqua e alle sue divinità attraverso la presenza di cave e cunicoli che forse servivano simbolicamente come percorsi di iniziazione o di manifestazione dei poteri dell’acqua e/o della GRANDE MADRE (12).
Il tracciare canali sulla roccia, sulle pareti delle grotte, sulla terra (13), risale al Paleolitico e veniva considerato come un gesto culturale molto potente, una pratica concessa solo agli iniziati, a quegli sciamani cui era attribuita una connessione col divino”. “INCIDERE”, quindi, significava prender parte ad un evento rituale con un profondo valore simbolico e religioso (14), forse espresso anche da possibili riferimenti astronomici e calendariali.
A primo impatto, infatti, queste “canalette” (Bächle) mi ricordano quelle presenti ai lati di alcune vie della città di FRIBURGO in Germania, costantemente piene d’acqua. Ma, a differenza di queste ultime che sono dritte e “pratiche” cioè disposte con un senso logico, le cart ruts a volte sono dritte e a volte si interrompono o si intersecano! Questo è un aspetto fondamentale poiché ci fa capire che chi le ha fatte “sfugge” alla razionalità e dà priorità alla sua parte più spirituale e simbolica. Quindi complimenti all’antropologo Frera!
La realizzazione delle cart ruts non si riscontra solo nel nostro continente ma secondo me un’idea simile l’ha avuta anche un altro popolo, ancora oggi sconosciuto, che ha lasciato le sue testimonianze nell’attuale Colombia, nel dipartimento dell’Huila, presso il Parco Archeologico di San Agustín. Qui vi è un reperto molto singolare chiamato LA FUENTE DE LAVAPATAS (15). Esso è una roccia grande di 50 m² al centro di un torrente dove sono state scavate figure di serpenti, lucertole, salamandre, volti e forme umane che incanalano l’acqua in un LABIRINTO di rigagnoli e piccole vasche. Qui, si svolgevano cerimonie religiose forse dedicate ai bagni rituali, ai parti delle donne appartenenti alle classi sociali più elevate e a sacrifici umani.
Quindi mi viene da pensare: sicuri che nelle cart ruts ci scorresse solo dell’acqua? Visto che ancora oggi è un mistero mi permetto anch’io di dire la mia!
Alla prossima.
Aria Shu.
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Note dell’articolo:
(1)https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/06/03/malta-un-paradiso-mediterraneo-ricco-di-cultura/6201678/
(2) Articolo online di Marco Chilosi: https://www.nurnet.net/blog/cart-ruts-antichissimi-geoglifi-per-comunicare-con-le-divinita/
(4) Articolo online di Marco Chilosi: https://www.nurnet.net/blog/cart-ruts-antichissimi-geoglifi-per-comunicare-con-le-divinita/
(6) Articolo online di Kaushik Patowary: https://www.amusingplanet.com/2015/03/chariot-tracks-on-streets-of-pompeii.html
(7) Articolo online di Piera Farina-Sechi : https://pieragica.wordpress.com/2017/05/03/cart-ruts-in-sardegna-lesempio-di-pranu-efis-a-pimentel/
(8) Articolo online di Marco Chilosi: https://www.nurnet.net/blog/cart-ruts-antichissimi-geoglifi-per-comunicare-con-le-divinita/
(9) Articolo online di Elisa Zanola: http://www.giornaledelgarda.info/iniziandi-al-mare-le-cart-ruts-secondo-frera/
(11) Frera, M., Halade Mystai. Iniziandi al mare! Cart ruts, una nuova interpretazione, Edizioni Saecula, Zermeghedo (Vi), 2008.
(12) Articolo online di Elisa Zanola: http://www.giornaledelgarda.info/iniziandi-al-mare-le-cart-ruts-secondo-frera/
(13) Ad esempio le Linee di Nazca. Vedi mio articolo online: https://www.mondidiaria.com/post/viaggio-tra-i-colossi-della-terra-linee-di-nazca-candelabro-di-paracas-e-gigante-di-atacama oppure le Le Linee di Sajama in Bolivia, vedi link: https://it.wikipedia.org/wiki/Linee_di_Sajama
(14) Articolo online di Elisa Zanola: http://www.giornaledelgarda.info/iniziandi-al-mare-le-cart-ruts-secondo-frera/
(15) Per approfondimenti vedi mio articolo https://www.mondidiaria.com/post/tra-le-colline-della-colombia-si-affacciano-mostruose-statue-dalle-teste-giganti-e-denti-felini
Fonti articolo:
-https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/06/03/malta-un-paradiso-mediterraneo-ricco-di-cultura/6201678/
- Articolo online di Marco Chilosi: https://www.nurnet.net/blog/cart-ruts-antichissimi-geoglifi-per-comunicare-con-le-divinita/
-Articolo online di Kaushik Patowary: https://www.amusingplanet.com/2015/03/chariot-tracks-on-streets-of-pompeii.html
- Articolo online di Piera Farina-Sechi : https://pieragica.wordpress.com/2017/05/03/cart-ruts-in-sardegna-lesempio-di-pranu-efis-a-pimentel/
-Articolo online di Elisa Zanola: http://www.giornaledelgarda.info/iniziandi-al-mare-le-cart-ruts-secondo-frera/
- Frera, M., Halade Mystai. Iniziandi al mare! Cart ruts, una nuova interpretazione, Edizioni Saecula, Zermeghedo (Vi), 2008.
-Articolo online di Elisa Zanola: http://www.giornaledelgarda.info/iniziandi-al-mare-le-cart-ruts-secondo-frera/
- Ad esempio le Linee di Nazca. Vedi mio articolo online: https://www.mondidiaria.com/post/viaggio-tra-i-colossi-della-terra-linee-di-nazca-candelabro-di-paracas-e-gigante-di-atacama oppure le Le Linee di Sajama in Bolivia, vedi link: https://it.wikipedia.org/wiki/Linee_di_Sajama
- Per approfondimenti vedi mio articolo https://www.mondidiaria.com/post/tra-le-colline-della-colombia-si-affacciano-mostruose-statue-dalle-teste-giganti-e-denti-felini
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